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Ultimo aggiornamento il 28/03/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Ricoverato per Covid pur essendo negativo muore stroncato da un infarto. E' una storia incredibile quella che ha come protagonista il 57enne sarnese Vittorio Santaniello. I familiari dell'uomo, assistiti dall'avvocato Walter Mancuso, il 31 marzo scorso, ricevuta la notizia della morte del congiunto da parte dei responsabili della Comunità “Regina Pacis” di San Benedetto Ullano (Cosenza) dove l’uomo era ristretto agli arresti domiciliari, sporgevano immediatamente denuncia presso i carabinieri di Sarno. La Procura della Repubblica di Cosenza apriva un fascicolo per accertare le cause del decesso e le eventuali responsabilità. Nel registro degli indagati veniva iscritto il medico di continuità e, come sempre in questi casi, la Procura cosentina disponeva l’esame autoptico sulla salma dell’uomo. 

Santaniello alle 13,30 circa veniva rinvenuto morto, all’interno della camera dove era stato posto in isolamento, perché ritenuto affetto dalla Sars-Cov2. A circa sei mesi dal fatto i consulenti della Procura (Aquila e Montebianco Abenavoli) hanno depositato la relazione medico-legale che ha evidenziato le cause e i responsabili della morte del sarnese. 

I medici legali della procura calabrese, dopo aver eseguito l’esame autoptico sulla salma, al termine di una complessa attività sono giunti alla conclusione che Santaniello è deceduto a causa di “rottura di cuore” da infarto miocardico. In particolare, dalla “perizia” emerge che Santaniello aveva manifestato per ben tre giorni, dal 27 al 30 marzo, i sintomi dell’infarto, lamentando forti dolori al petto, ma che gli stessi furono assolutamente ignorati da quanti lo ebbero in cura. Addirittura sembra che il medico di base si sarebbe rifiutato di visitarlo prescrivendogli solo telefonicamente degli antidolorifici e tachipirina. Il dubbio dei familiari di Santaniello, dunque, si è rivelato fondato. Infatti, i periti del pubblico ministero hanno concluso la relazione affermando che se Santaniello fosse stato prontamente trasferito in una struttura ospedaliera, sin dalla manifestazione dei sintomi, certamente non sarebbe morto. 

Infine, gli esami tossicologici hanno escluso la presenza di alcool o droghe nei fluidi biologici, per cui deve escludersi che l’infarto sia stato determinato da overdose. Ma, soprattutto, le indagini microbiologiche hanno escluso positività per Sars Cov 2. Insomma, Santaniello, che fu posto in isolamento per la assurda “paura” che fosse affetto da coronavirus, andava immediatamente trasportato in ospedale perché, secondo le conclusioni dei periti, i sanitari lo avrebbero certamente salvato.