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Ultimo aggiornamento il 17/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

L'ennesimo scontro tra De Luca e Sales, al di là delle posizioni di entrambi, rischia di far perdere di vista il doppio problema della sinistra nel Salernitano. La battaglia feroce tra i due non ha solo distrutto la possibilità di un vero percorso alternativo rispetto al centrismo dominante, ma, soprattutto, ha impedito la formazione di una classe dirigente autonoma e critica.

De Luca ha sistemato i figli, piazzato i suoi uomini nei centri di potere, massacrato chi non la pensava come lui. Su questo ci sono pochi dubbi, come è indiscutibile che, prima del Covid, in tutti i sondaggi era sotto almeno di dieci punti rispetto al centrodestra. In realtà non ha mai avuto interesse al confronto con i movimenti che pure sono nati perché per lui erano solo "gentaglia che non vuole lavorare". Insomma, il De Luca che conosciamo.

Detto ciò, però, non è che Sales sia esente da colpe. I paganesi avevano avuto fiducia in lui, lo hanno votato in massa, ma è sempre stato sfuggente cercando una dimensione politica lontano dalla sua città. Ha avuto un potere enorme. Con il governo Ciampi, de facto, era il ministro per il Mezzogiorno. Ma se sei lontano dai tuoi territori non puoi meravigliarti se poi perdi le elezioni politiche contro Luigi Giuseppe Nocera. Come con De Luca dietro di lui c'è il nulla. 

Abbiamo sempre pensato che il vero leader sia un esempio, dovrebbe creare quasi una scuola non preoccupandosi se, in determinate circostanze, nascono disaccordi. Un vero leader è attento ai movimenti dal basso, non li snobba. Ecco perché, al di là delle polemiche stantie, entrambi hanno fatto cose buone e cattive, ma non sono mai stati e mai saranno leader politici. E il prezzo che abbiamo pagato per questo, e paghiamo ancora, è stato pesante. Ci sono rimaste solo le macerie.