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Ultimo aggiornamento il 17/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Si chiamava Olga Savchenko. Aveva solo 42 anni ed è stata stroncata da una emorragia cerebrale. Era nata in Russia, ma da anni viveva a Scafati. I parenti hanno autorizzato l'espianto di quegli organi che potrebbero salvare la vita a tanti essere umani.

Solo che qualche schifoso ha voluto infierire su Olga, toglierle i pochi oggetti di valore che aveva. In ospedale a Nocera sono spariti un cellulare, una catenina d’oro, due anelli, un bracciale e degli orecchini. Tutto era stato riposto in un armadietto. Tra questi monili c'era anche una medaglietta che aveva ricevuto dalla madre quando lasciò il suo paese. La notizia, pubblicata da Salvatore D'Angelo su la Città, lascia senza parole.

E' come se l'avessero massacrata nei suoi affetti più intimi, privata dei contatti con la terra dove era nata e cresciuta. Definirlo una bestia non ha senso. Gli animali hanno regole che rispettano. Noi umani possiamo non comprenderle, ma hanno sempre una logica.

Come si può anche pensare di fare una cosa del genere? Come si può infierire sul dolore di parenti e amici che hanno preso una decisione così alta, nobile? Ci sono cose che non capiremo mai. 

Noi possiamo solo chiedere scusa a questa donna e sperare che ci perdoni. Ormai rischiamo ogni giorno di annegare in un mare di fango.