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Ultimo aggiornamento il 28/03/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Questa intervista di Gianmaria Roberti a Giulio Tarro è apparsa sul Quotidiano del Sud.

 

 

Il famoso virologo non si mostra sorpreso, per il rapporto sull'impatto del Covid-19 nella mortalità in Italia. «Già a marzo - dice Giulio Tarro - ero andato a dare un'occhiata ai dati Istat, e non c'erano queste grandi differenze rispetto all'anno scorso. E soprattutto riguardavano anche le morti per tumori, malattie infettive e patologie cardiocircolatorie».

Cosa ne pensa di quest'ultimo studio?

C'è il pessimo comportamento degli organi ufficiali di voler dare sempre un sacco di vittime, come se fossero tutte da coronavirus. Tanto è vero che è stato dirimente, e credo sia stato fatto i primi 3 mesi, quando l'Istituto superiore di sanità ha trovato soltanto 19 vittime correlate al coronavirus, su 909 cartelle. Sappiamo da altre situazioni che c'è gente morta per infarto, a cui è stato segnato il coronavirus come causadel decesso. Questo vuol dire cambiare le carte in tavola, portando alla sensazione che si morisse di più.

Lei, fin dall'inizio, ha giudicato eccessivo l'allarmismo.

Nel bollettino di guerra delle 18 in tv, non si teneva conto del numero di tamponi utilizzati quel giorno rispetto a un altro giorno, e quindi le cifre dei nuovi contagiati erano ovviamente legate al numero di tamponi effettuati. C'è tutta questa tendenza ad allarmare. Quando si sono accorti che stava migliorando la situazione, ecco che tirano fuori che il virus si può ripresentare a novembre, o che c'è una sindrome conosciuta nei bambini, che si può collegare col coronavirus. Qualsiasi scusa è buona, allora c'è una volontà di creare il panico.

Perché?

Perché vogliono tenerci sotto il "terrorismo", praticamente. E chiaramente allora ci sono secondi fini in questa cosa.

Quali secondi fini, scusi?

Pensa che se non ci fosse stato il coronavirus, certe persone sarebbero ancora a governarci?

Si riferisce a governi nazionali o locali?

Soprattutto a livello nazionale, si servono anche di esperti che non lo sono.

Senta, lei da sempre sostiene che il Covid sparirà con la stagione calda. Quindi la sparizione sarebbe prossima?

Sì, perché non ci sono queste situazioni col caldo e l'estate, è una cosa scontata.

Tuttavia si parla molto di una seconda ondata del virus, in autunno. Cosa ne pensa?

Ammesso e non concesso che ci sia, troverà poco spazio, perché ci sarà ormai già una immunità di gregge che si è sviluppata. Noi abbiamo molti più contagiati di quelli che pensiamo, e quindi molti più anticorpi sviluppati, che sono quelli che non fanno più circolare il virus, e danno la famosa immunità di gregge. In questo caso immunità naturale, non da vaccino.

Lei è stato interpellato dai massmedia quasi ogni giorno in questo periodo, però da alcuni ha subito pesanti attacchi, che mettevano in discussione la sua autorevolezza. Come risponde?

È una stampa che dice solo fesserie. Ci sono querele in corso e saranno il tempo e i giudici a dare una risposta.

Tornando al rapporto di Istat e Iss, emerge un dato: il nord è stato flagellato dal Covid, il sud no. Come mai?

Ci sono più motivazioni. Al nord hanno avuto molti più contatti con i cinesi di quelli in grado di contagiare, quelli della provincia di Hubei in particolare. Poi ci sono le condizioni del clima, e quindi dell'inquinamento, molto vicine tra la zona di Wuhan e la Pianura padana. Sotto questo aspetto, è stata anche isolata una variante padana del virus. E pare ci siano stati alcuni tipi di vaccinazioni che hanno influito negativamente, tanto è vero che uno studio del Pentagono parla del 33% di attivazione del coronavirus nei vaccinati per l'influenza. E poi ci sono i posti dimezzati per la pessima politica sanitaria tra 1997 e 2015.

E al contrario, perché al sud c'è stato un impatto molto minore?

Tutti i fattori all'inverso di quelli elencati prima per la Lombardia: innanzitutto abbiamo un clima migliore, minore inquinamento ambientale, meno contatti con i cinesi di quella regione e infine, probabilmente, a livello medico abbiamo dimostrato di essere adusi alle epidemie, e abbiamo un altro modo di contrastarle

Le faccio un'ultima domanda: oggi c'è già una terapia che lei ritiene efficace?

L'unica veramente che potrebbe davvero non far morire nessuno, anche negli ospedali lombardi, come a Mantova o a Pavia dove la usano, è la sieroterapia.