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Ultimo aggiornamento il 19/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Mi sto chiedendo da un po’ chi è il cittadino dell’Agro nocerino-sarnese. Qual è la sua identità, quale la sua cultura, quali i suoi interessi.

Troppi cambiamenti sono avvenuti negli ultimi 10/15 anni, cambiamenti strutturali dell'economia che hanno inevitabilmente modificato le città, il tessuto sociale, i modi di essere. Oltre gli influssi e le tendenze nazionali le specificità locali hanno resettato la comunità, la sua economia, le sue abitudini. 

In soldoni, si vive peggio di due lustri fa e si fa fatica a intravedere vie d’uscita praticabili a breve e di facile percorrenza. Comincerei con il considerare impossibile dividere i destini delle città dell’Agro sperando in miracolistiche soluzioni comune per comune. L’Agro è cresciuto e si è sviluppato quando ha risposto tutto insieme alle sfide che si presentavano. L’industrializzazione e l’economia agricola raggiungevano i loro punti di eccellenza non solo nel settore della trasformazione manifatturiera, ma anche nel commercio dei prodotti agricoli e industriali, rimodellando le città, la viabilità e il sistema dei trasporti. Il mercato ortofrutticolo di Pagani è stato uno dei principali mercati italiani per decenni, simbolo e centro di interessi economici rilevantissimi. Il distretto industriale, tra i pochi formatisi spontaneamente in Italia, ha rivaleggiato con quelli del centro nord per decenni e, nonostante tutto, si batte ancora con buoni risultati. 

Il PTCP, piano territoriale di coordinamento della provincia di Salerno, che è parte integrante del piano regionale di sviluppo della Campania, lascia pochi dubbi per il nostro territorio riguardo agli “indirizzi strategici per le politiche locali”: non siamo toccati da assi strategici di sviluppo né manifatturieri né agricoli ma si prevede “la riorganizzazione, riqualificazione e messa a norma della struttura insediativa lungo la direttrice Nocera Scafati”. 

Questa è la realtà verso la quale dobbiamo andare. Le scelte fatte, condivise(?), subite(?), ci consegnano questo quadro e dentro questa cornice dobbiamo trovare le risposte alle nostre esigenze di lavoro, viabilità e trasporti, qualità della vita.  "Promozione degli interventi di recupero, riqualificazione e completamento del tessuto urbano esistente”. Continuare, quindi, con le delocalizzazioni industriali, artigianali e manifatturiere in genere e attestarci su nuove frontiere di commercio, servizi e rivoluzione del servizio trasporti sia su gomma che su ferro. Prendere coscienza di questo in fretta, forse, ci spingerà a costruire altri processi di aggregazione, sui nuovi interessi, sulle nuove necessità, sulle nuove povertà. La perdita lenta ma progressiva di ruolo e funzioni delle città dell'Agro sta facendo smarrire il senso di comunità, che invece è sempre stato fortissimo, articolato non solo per comune ma addirittura per quartiere e strada.

Le scelte fatte, condivise(?), subite(?), vanno almeno in parte rimesse in discussione e sul destino tracciato deve essere coinvolta la popolazione dell’intero Agro: ecco un elemento discriminante di campagna elettorale regionale. Come impediamo lo schiacciamento definitivo di un’area urbana di 300/350 mila abitanti - dipende dai comuni che includiamo, perché in questo processo di riorganizzazione territoriale c’è anche la disgregazione del nucleo antico della valle del Sarno - tra l'area metropolitana di Napoli e la grande Salerno?