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Ultimo aggiornamento il 28/03/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Pubblichiamo un intervento di Michele Russo, ingegnere scafatese, sui problemi dell'edilizia economica e popolare. Russo, tra le altre cose, è stato nel management di Agro Invest e candidato sindaco di una lista civica. Attualmente è consigliere comunale di minoranza.

 

 

Un tema quasi del tutto scomparso dal dibattito politico e sociale, è quello del diritto alla casa e della necessità di dare risposte soprattutto alle fasce sociali più deboli che hanno esigenza di trovare un alloggio dignitoso. Recentemente, con il regolamento n. 11 del 28 ottobre 2019, la Regione Campania ha approvato una nuova disciplina per l'assegnazione e la gestione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. Tra le norme del regolamento desta particolare attenzione quella sulle “occupazioni improprie”, gentile perifrasi per non usare termini più espliciti. Ebbene gli occupanti senza titolo da almeno tre anni, stabilisce il regolamento, possono “regolarizzare” la propria occupazione abusiva con una istanza di regolarizzazione. Una sanatoria per intenderci.

A scapito ovviamente di chi attende un alloggio pubblico da anni e che ha prodotto una regolare domanda ed è in graduatoria. Sicuramente chi occupa una casa senza titolo, nella stragrande maggioranza dei casi, vive comunque una condizione di disagio. E’ chiaro, tuttavia, che con la sanatoria si calpesta un diritto di altri soggetti, probabilmente prendendo atto che, in tantissimi casi, da tempo la pubblica amministrazione non si adopera per lo sgombero delle “occupazioni improprie” e difficilmente lo avrebbe fatto in futuro. La realtà è che, oramai, chi cerca un alloggio può avere risposte solo dal “libero” mercato immobiliare.

Per ottenere un’abitazione bisogna avere la possibilità di contrarre un mutuo o pagare un affitto, con le due cose che spesso tendono ad essere complicate allo stesso modo, per giovani coppie, disoccupati, famiglie con coniugi separati. E sono sempre più frequenti i casi di coabitazione forzata tra nuclei familiari promiscui. Tocca andare indietro, molto indietro, nel tempo per trovare scelte di politica abitativa improntate ad affiancare al “libero” mercato programmi di edilizia residenziale pubblica per le fasce sociali più deboli.

La famosa legge sull’edilizia economica e popolare, la 167 – da qui il nome dei quartieri - del 1962, poneva al centro della pianificazione urbanistica il tema degli alloggi popolari dando il via alla costruzione di intere zone - non sempre integrate e con molti problemi – comunque necessarie e sufficienti a dare risposte concrete alle esigenze abitative di una larga fasce di popolazione.  Ebbene, oggi si avrebbe bisogno sia di nuovi programmi di edilizia residenziale pubblica, totalmente scomparsi dagli obiettivi di governo degli ultimi anni, programmi da calibrare sulle attuali caratteristiche della popolazione e dei nuclei familiari. E poi sono del tutto assenti interventi di recupero e riqualificazione dei quartieri esistenti di edilizia pubblica risalenti agli anni '50-'60, spesso degradati. Come se non bastassero le complicazioni evidenziate, il “libero” mercato è diventato ancora più “libero” e incontrollato con la proliferazione dei bed and breakfast, ovvero della trasformazione delle abitazioni, prima destinate a residenza, in alloggi per turisti. Tale fenomeno, che nelle località turistiche sta assumendo dimensioni rilevantissime, ha l’effetto di espellere, di fatto, una parte degli abitanti costringendoli a emigrare. Fenomeno che sta prendendo piede anche nelle città ordinarie per la maggiore redditività economica della destinazione turistica.

Con la possibilità, peraltro, per i proprietari, di riuscire a realizzare introiti “esentasse”, facilmente occultabili, a differenza dei canoni di locazione di lunga durata scaturenti da contratti registrati e tassazione non eludibile. Tra l’altro la pianificazione urbanistica, sia nelle città turistiche che nelle restanti, al momento non tiene conto della sottrazione alla residenza dei bed and breakfast, che non devono essere autorizzati e sorgono come funghi.  E’ il mercato – forse troppo – “libero”. Bellezza.