Abbiamo sempre pensato che il livello di civiltà di una società si misura sulla sua capacità di assistere gli anziani. I "vecchi" non sono solo persone, rappresentano storie, vite, esperienze. Sono sangue e merda. Questo aiuto non può essere solo compassionevole. Deve diventare attivo, parte integrante della loro esistenza.
Cominci a capire che qualcosa non funziona quando dimenticano una cosa che gli hai detto un minuto prima, quando cercano una persona che da decenni non c'è più, quando devi razionargli il gelato altrimenti sparisce in una serata. In certi momenti vorresti strozzarli, ma poi capisci che stai sbagliando, che sarebbe un grave errore. Non perderesti solo una persona, ma il pezzo fondamentale della tua esistenza.
Spesso cerchi di convincerti, dopo avere letto le ennesime analisi dove ti dicono che da un punto di vista fisico la persona è sana, che è tutto a posto. Invece no, non esiste nulla di più sbagliato. Più sono sani, più hanno bisogno di certezze e sostegni. A volte, però, devi essere duro. Basta Coca Cola, basta gelato, basta cioccolato. Puoi giusto concedergli quegli anonimi cornetti del "Mulino Bianco". Praticamente solo un gradino superiore alla plastica.
Vivi con loro, condivi soprattutto i silenzi e i lamenti. Non riesci mai a farci l'abitudine, hai sempre paura che la persona che ami di più al mondo possa andarsene senza il nemmeno il tuo permesso. Qualcuno ha scritto "onora il padre e la madre". Aveva ragione. Noi abbiamo sempre pensato che quest'onore sia assolutamente reciproco. In fondo, in questa insolita battaglia di vicendevole rispetto, vincono sempre loro, come è giusto che sia.
Gli anziani hanno dalla loro parte una vita, spesso fatta di sofferenze e privazioni. E in tanti sono cresciuti nel benessere proprio grazie a quelle sofferenze e a quelle privazioni. Ecco perché non può esistere una società civile che non metta al primo posto gli anziani.