La questione meridionale rimane un nervo scoperto. E la credibilità del nuovo governo si misurerà anche nella capacità di fermare una deriva disastrosa. Sull'argomento pubblichiamo un articolo di Enrico Fierro apparso sul "Fatto" di oggi.
"Caro Coen, oggi non ti scrivo perché ho da inviare una lettera a Giuseppe Provenzano, 37 anni, ministro per il Sud del nuovo governo Conte. E allora caro ministro Provenzano, so che le interesserà poco, ma non le nascondo che la sua nomina mi fa ben sperare. Lei è giovane, competente, appassionato studioso dei problemi del Mezzogiorno, ma avrà una montagna da scalare. Senza corde e rampini e con molti nemici pronti a renderle difficile l’impresa. Lei si troverà di fronte agli sciagurati progetti di autonomia differenziata, la secessione dei ricchi, l’arma che ucciderà ogni speranza di rinascita del Sud. E dovrà battersi, ma la avvisiamo che anche nel suo partito, e tra gli alleati di governo, troverà poche orecchie disposte ad ascoltarla".
"Sulla sua scrivania, caro ministro, c’è una emergenza che va subito affrontata. Il Sud sta morendo dissanguato, non devo ricordare a lei gli ultimi dati dello Svimez sui 2 milioni di uomini e donne che negli ultimi 15 anni sono andati via. Un esodo che per paesi e cittadine del Mezzogiorno ha il sapore amaro della desertificazione. E allora c’è bisogno subito di politiche concrete per bloccare l’emorragia, un piano nazionale per la restanza. Giri per le contrade di Basilicata, Calabria, Campania interna, parli con i sindaci, ma soprattutto con le ragazze e i ragazzi di quei borghi morenti. Cervelli, ma anche braccia di quella “generazione sotto sequestro” che ha perduto ogni speranza. Convinca i presidenti delle Regioni a far convergere tutte le risorse (e sono tante) in piani di lavoro straordinari".
"Metta a disposizione la sua personale sapienza e la preparazione tecnica degli uffici del suo ministero. Lanci l’idea di piani straordinari di trasporto pubblico in grado di riconnettere le aree urbane a quelle più interne. Si proponga come volto di una nuova speranza per il Mezzogiorno. Si può fare, e forse possiamo farcela".