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Ultimo aggiornamento il 18/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Si chiamava Mario Cerciello Rega, 35 anni, ed è era un figlio del Sud. Faceva il carabiniere. Lo hanno massacrato con otto coltellate. I sospetti, nel momento in cui scriviamo, sono concentrati su due nordafricani anche se la storia, come potete leggere su tutti i siti, si è molto complicata. 

Non ci interessano le speculazioni politiche, i tweet del peggiore ministro degli Interni che ha avuto questo paese dopo Scelba e gli odiatori social che quando lasciano la tastiera diventano solo dei vigliacchi omertosi. Quello che ci interessa di questo ragazzo, fresco sposo, che rischiava la vita per quattro soldi al mese, è il mondo in cui si muoveva.

Le nostre forze dell'ordine sono sotto pagate, male organizzate e i vuoti di organico sono paurosi. Un governo serio dovrebbe intervenire subito per iniziare a rimuovere questi colossali limiti strutturali che rendono le attività sia di ordine pubblico che investigative difficilissime. E non è con i taser che si risolvono i problemi. 

Mario Cerciello Rega lavorava in questo contesto. Non sappiamo se abbia scelto di fare il carabiniere o sia stata una necessità. Ma questo, ora, non ha importanza. Stava in mezzo alla strada, leggiamo che aiutava i clochard, lui figlio di quel Sud sempre povero, ma ricco di umanità. Lo hanno ammazzato come un cane e dovranno pagare per quello che hanno fatto.

La sua storia assomiglia drammaticamente a quella di Marco Pittoni, tenente dei carabinieri ucciso durante un tentativo di rapina alle Poste di Pagani. Gli sparò un ragazzino, un minore figlio di un noto boss di Torre Annunziata (città vicino a Napoli, Italia). Un colpo di balordi finito nel sangue.

Rega e Pittoni non volevano essere eroi, non lo hanno mai chiesto. Lo sono diventati da morti. E proprio perché la loro fine non sia stato un inutile sacrificio c'è bisogno di una rivolta delle coscienze. Non è solo una questione di riforme. Deve cambiare la mentalità. Gli onesti, che sono pur sempre la maggioranza, devono uscire allo scoperto, parlare e denunciare, anche se è rischioso. Solo così faremo sentire tanti uomini in divisa meno abbandonati. E inizi il momento del dolore, non quello dell'odio che semina solo altre vittime.