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Ultimo aggiornamento il 18/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Questo pezzo di Enrico Fierro è stato pubblicato sul "Fatto" di ieri (15-luglio-2019).

Caro Coen, hai ragione: l’Italia ha la memoria corta. Soprattutto quando si parla degli orrori del fascismo e del razzismo. Non ricordiamo più, celebriamo gli assassini e i loro complici, non respingiamo più le parole che diffondono odio e disprezzo verso gli altri. Chi governa sguazza nella melma di questi sentimenti abominevoli, chi è all’opposizione fa finta di non capire, aspetta che l’onda passi, e non ha più parole e idee forti da proporre. E allora succede di tutto. A Pomigliano d’Arco, dove una volta c’era il mitico stabilimento dell’Alfa Sud e una classe operaia che era perno della società, sul display informativo di una fabbrica compare la seguente scritta: “Bisogna bruciare tutto, Napoli, tutti i napoletani e i loro rifiuti, anche perché i napoletani sono un rifiuto”. La fabbrica si chiama Tiberina, ha centinaia di operai e lavora per l’indotto auto. Ovviamente, e molto giustamente, i sindacati interni hanno bloccato la catena di montaggio in segno di protesta. Ed è una bella notizia, se c’è un briciolo di speranza è in operai come questi. Ma a colpire è l’arrampicata sugli specchi dell’azienda e dei suoi vertici. Il direttore, che ha usato il display aziendale come la parete di un cesso dell’autogrill o come la bacheca Facebook di un razzista ubriaco, si è giustificato dicendo che quella frase l’ha scritta per spronare gli operai. Non è un moderno Olivetti, si capisce, ma la cosa singolare è che anche il direttore è napoletano di nascita, a conferma che i peggiori nemici dei meridionali sono proprio i meridionali. L’azienda, dal canto suo, ha tentato di mettere una toppa. Si è scusata col “popolo partenopeo” e ha fortemente criticato questo uso spiacevole dei mezzi di comunicazione interna. Che pena, anche quest’episodio è figlio del tempo barbaro nel quale siamo precipitati. Al Nord si onorano i fascisti collaborazionisti dei nazisti, al Sud si “spronano” gli operai con la frusta di parole oscene.