Il 25 aprile è la festa degli italiani che hanno combattuto e, spesso, perso la vita per sconfiggere il fascismo. Ogni revisionismo si scontra con questa elementare verità. Fu "guerra civile"? Certo, se si parte dal presupposto che, in gran parte, fu una guerra di italiani contro italiani.
Sostenere questo, però, non cancella un dato: aveva ragione chi si schierò per fare nascere nel nostro paese una democrazia e torto chi, invece, voleva difendere una dittatura sanguinaria. I vincitori commisero violenze dopo la fine della guerra? Verissimo. Non c'era bisogno delle analisi all'amatriciana di Pansa per scoprire una cosa che gli storici seri hanno documentato da anni.
Probabilmente quella guerra non è mai finita. Ci portiamo dietro ancora tragiche divisioni (chiaramente non mi riferisco ai cialtroni da stadio, ma a cose ben più serie). Una riconciliazione nazionale è necessaria, ma senza dimenticare una cosa: mettere sullo stesso piano partigiani e nazifascisti è non solo storicamente sbagliato, ma moralmente infame. Ora e sempre Resistenza.