La bufera che si è abbattuta sui carabinieri dopo il caso Cucchi è la spia di un malessere che prescinde dall'episodio specifico e riguarda tutte le forze dell'ordine. Mancano, più che gli uomini, i mezzi. Auto vecchie, scarso addestramento spesso legato addirittura al costo elevato dei proiettili, informatizzazione da terzo mondo, stipendi da fame.
Combattere in queste condizioni la criminalità è difficile. Impossibile, poi, fare le inchieste. Ne sanno qualcosa quei poveri disgraziati che lavorano nelle sezioni di polizia giudiziaria presso i tribunali (sono finanzieri, poliziotti e carabinieri). E senza una intelligence di alto livello ci si scaglia contro i mulini a vento. Senza contare che, mancando i supporti essenziali, anche i pm hanno le mani legate.
Per onestà, però, va anche detto che prima o poi bisognerà affrontare un discorso sulle competenze. Troppo spesso, purtroppo, gli errori e i fallimenti consequenziali sono legati alla scarsa preparazione di alcuni investigatori. Negarlo non serve, occorre agire lasciando in ufficio i meno capaci e valorizzando i migliori, come succede in ogni professione.
L'errore, che ha una matrice chiaramente demagogica, che commette Salvini è proprio questo: puoi anche assumere un milione tra poliziotti, carabinieri e finanzieri ma se non gli dai gli strumenti per operare e non selezioni in base a meriti e capacità non si conclude niente. Tutto il resto è solo propaganda e nulla più.