info@saleincorpo.it
Testata registrata presso il tribunale di Nocera Inferiore n.86 del 13/02/2017.
Direttore responsabile Alfonso Tramontano Guerritore / Editore Carlo Meoli. Questo sito non riceve contributi da enti pubblici. Sostieni Saleincorpo, sito indipendente. Puoi farlo versando un contributo a piacere e su base annua sul c/c bancario IT96G0538776270000000001187 intestato a Carlo Meoli. Causale Sostengo Saleincorpo. Grazie.
Code & Graphic by iLab Solutions
Ultimo aggiornamento il 28/03/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

 

Nei giorni delle feste natalizie il consumo di cocaina esplode. Tra natale e capodanno la gente fa scorta di roba per santificare le notti. E’ come la neve che si accumula tra la fine dell’anno e il nuovo inizio, di risalite e picchiate. La botta è questo. Caratterizza le feste con un eccesso che fa parlare e poi tacere, infine diventa aggressività, rabbia e sfogo incontrollato.

Il cocainomane ha un ego enorme e solitamente appare ben integrato. DI età compresa tra i venti e i quaranta, somiglia ad un pallone gonfio e fragile che ad un punto scoppia e non si ripara più. All’inizio chi tira è pronto per ogni cosa, perfetto per questi tempi di luci senza senso. Per il trattamento delle dipendenze, a Salerno e provincia nell’ultimo quinquennio la coca è passata da un caso su dieci a cinque, sopravanzando gli alcolici secondo statistiche raccolte tra chi si rivolge a psicologi e medici. Mettendo insieme episodi inimmaginabili. «Non ce la faccio senza, devo per forza». «Spengo il telefono mi vado a chiudere». «Non sento il dolore». «Devo vincere i miei nemici». Tra i racconti dei drogati ci sono esasperazioni, overdosi a tempo e stati di estrema pericolosità sociale, botte al partner e ritorsioni contro gli altri e sé stessi. Nel conto della cocaina è ricompreso Il crack, variante al rialzo da fumare sulla bottiglia. Con i cristalli di coca il drogato passa ore a farsi e ricominciare, dalla sera al giorno. I prezzi partono dai venti-cinquanta-cento euro per la roba in polvere da sniffare fino venti-dieci euro del crack. Così chi pippa smagrisce e mangia paranoia nel suo habitat sociale, mentre il crackomane si scava il volto e fa esplodere gli zigomi. Per entrambe le tipologie, l’esito è la solitudine del consumo. L’ossessione. «Devo stare solo io, mi devo fare, mi nascondo nel bunker». Quando è così, quando esci alla luce, dopo aver trascorso ore in una qualunque tana, a sballarti al riparo dal mondo, tutti ti guardano, sanno e ti stanno spiando. «Ci stanno seguendo», si dicono tra loro i compagni di bottiglia. Ma non è vero. «Ci sta mio padre, mi ha seguito- fa uno- vai a vedere». «Non c’è nessuno, sento le sirene- risponde l’altro- siamo finiti». E le guardie, la polizia sono nascoste nei cassetti, dietro i mobili, nelle stesse mura di una stanza chiusa, fino a trovare posto nella testa. In realtà non c’è nessuno neanche lì. Mentre chi fuma ne vuole ancora, cerca i pusher ad ore impensabili, aspetta al buio dei corridoi o sotto un angolo di ponte per un pallino. E le feste natalizie si riempiono di passaggi, ordinazioni, prenotazioni e sballi di gruppo. Senza contare il denaro che sparisce a ritmi vertiginosi, proporzionali all'insofferenza. Col meccanismo del crick, il pagamento a credito allo spacciatore personale che da amico diventa incubo sul display del cellulare. E la coca diventa «la robba maledetta»

 

Quando è allo stremo il tossicodipendenti da coca si agita. A volte piange, preda di una violentissima insicurezza. Mischia la droga con alcol e depressivi per riequilibrare l'esaltazione. Si nutre di sè stesso come un mostro che non ha altro dio che «io, io, io». Perde i legami, consuma i rapporti. Non fa sesso. A lungo andare può sviluppare patologie cardiache pronte a manifestarsi senza avvisaglie. «Sto male. Ditemi cosa devo fare per smettere».

 

 

 

«Per la coca non sono morto, ma ho perso il cuore.».