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Ultimo aggiornamento il 28/03/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Soldi, voti e consiglieri comunali, in carica e non, compaiono nell’informativa dell’indagine sulle ultime elezioni amministrative a Nocera Inferiore, dietro il grumo di camorra e minacce aggravate, disegnando uno sfondo di illeciti al vaglio della Procura Antimafia.

 

Ad oggi gran parte dei politici nominati, non ufficialmente indagati, sono stati sentiti dagli inquirenti in qualità di persone informate sui fatti, per capire cosa è accaduto in quei giorni di giugno, mentre i cittadini (onesti) si recavano ai seggi a sostegno dei propri rappresentanti. Ora tiene banco la magistratura, che ha eseguito le misure in carcere e ai domiciliari per quattro persone, due delle quali in corsa per il consiglio, Carlo Bianco e Ciro Eboli, un ex boss con ambizioni politiche, il killer Antonio Pignataro, e Luigi Sarno, ai domiciliari per aver gestito le affissioni elettorali. Quest’ultimo, che aveva in casa anche una scorta di coca, è la chiave del groviglio elettorale. E’ lui a raccogliere telefonicamente indicazioni, pagamenti e domande dei potenziali votanti, spiegando come fare, chi indicare e raccomandandosi di fare le foto ai voti quale prova dell’accordo. Le telefonate sono nero su bianco, con lui che promette di attendere i politici eletti “fuori al comune, con la sdraio”, per avere quanto gli spetta. Soldi. Parla di tariffe per i manifesti o di voti? E i nomi che fa, che significano? A che titolo cita almeno altri 5 consiglieri?

Il giorno del voto i carabinieri seguono i suoi contatti e fermano una persona in possesso di oltre cinquecento euro in banconote di vario taglio, perfettamente in linea con le indicazioni di pagamento spiegate poco prima proprio da Sarno. Sono di piccolo taglio e per la Procura corrispondono ai pagamenti destinati a diversi votanti.

 

Nocera deve sapere qual è il cuore nero di questa storia.  Se si tratta di una macchia o di una infezione. Se c’è un baraccone o un equivoco. Il sindaco ha vinto con affermazione netta, sostenuto da liste forti che hanno raccolto voti a grappoli. La gente dubita, e questo è un fatto pericoloso. «Ecco un altro mangione», diceva un passante in questi giorni incrociando un consigliere di maggioranza. «Tutti a casa», rispondeva un altro. In giro le esternazioni colpiscono più delle notizie ufficiali. Per ora, un consigliere comunale indagato si fa da parte. Nicola Maisto lascia il consiglio da indagato per voto di scambio. Era il quarto eletto della lista “Uniti per Torquato». Per ora paga per tutti e prova a difendersi. Nelle intercettazioni Sarno parlava di lui e diceva di votare lui in cambio di denaro. Ma parlava anche di altri.

 

 

ATG