info@saleincorpo.it
Testata registrata presso il tribunale di Nocera Inferiore n.86 del 13/02/2017.
Direttore responsabile Alfonso Tramontano Guerritore / Editore Carlo Meoli. Questo sito non riceve contributi da enti pubblici. Sostieni Saleincorpo, sito indipendente. Puoi farlo versando un contributo a piacere e su base annua sul c/c bancario IT96G0538776270000000001187 intestato a Carlo Meoli. Causale Sostengo Saleincorpo. Grazie.
Code & Graphic by iLab Solutions
Ultimo aggiornamento il 23/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

E’ l’estate delle fiamme, con la Campania accerchiata in ogni punto. Sulla costa, da Amalfi a Paestum, col Cilento nella morsa e l’Agro nocerino, con roghi sulle colline di Sarno, Roccapiemonte e Castel San Giorgio, fino al Vesuvio martoriato, arrivando al centro di Napoli. Le ragioni sono legate all’edilizia, alle discariche abusive, al pascolo e all’emulazione. Mai all’autocombustione. Quasi mai all’incuria, che pure esiste. Piuttosto esiste sempre una regia, più regie, con la mano dell’uomo ovunque impegnata nel rito più antico e necessario della storia dell’uomo. Sfregando bastoncini o pietre, concentrando i raggi con uno specchietto. Usando comodi accendini, candele, grumi di sterpi e combustibile o ancora animali intrisi di benzina, con la preparazione scientifica di più punti d’innesco contemporaneamente, come accaduto per il vulcano. 

La proporzione tra il fronte di fuoco e i sospetti individuati o arrestati è impietosa, come sempre accade per questo tipo di reato, con numeri a tre zeri per i focolai e una mano per la conta dei fermi: finora un rumeno è finito nelle maglie delle forze dell’ordine, colto sul fatto. Le inchieste delle Procure competenti restano in gran parte contro ignoti, aperte senza una ricognizione o un contrasto effettivo ai maniaci, ai piromani isolati e quelli organizzati, e le informative dei vigili del fuoco, al contrario del solito, subito certificano l’evidente origine dolosa degli incendi. E’ facile accendere un fuoco. Il resto lo fa il vento, il caldo e la nostra incuranza.

Le fiamme mozzano il respiro e seccano la gola, il fumo acceca. La fase del rogo è l’ultima, solitamente riguarda gli animali devastati fin dentro tane e nidi, con la fuga quasi impossibile. Per l’uomo bruciare è l’ultimo passaggio, che interviene quando ormai si è privi di coscienza per l’assenza di aria. Intanto il veleno è nell’aria, con rifiuti in fiamme e alberi scomparsi. Nessuno sa come impedire lo sfacelo, in carenza di mezzi e prevenzione. Non c’è un piano, e se c’è non serve a niente. Siamo nelle mani dei corpi di protezione civile, dei volontari e dei vigili del fuoco: troppo poco.

 

L’estate passerà incrociando le dita perché non succedano tragedie, nello spettacolo a distanza delle colline invase dai fuochi, alti, nella notte quando non si può intervenire. Fin quando non ci brucia casa. L’estate passerà, «che l’erba ricresce e gli alberi pure. E per gli animali chi se ne frega».