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Ultimo aggiornamento il 01/05/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Aveva subito una truffa tramite sms da 241mila euro, e aveva poi sporto denuncia. Dopo circa un anno di indagini, avviate grazie alla querela di un ottantenne milanese, la Polizia di Stato ha eseguito diciotto perquisizioni tra Toscana e Campania a carico di altrettante persone indagate, in concorso tra loro, per truffa aggravata. L’attività investigativa, condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica Lombardia sotto la direzione della procura di Milano, ha permesso di ricostruire l’insidioso meccanismo che ha indotto la vittima a trasferire l’ingente somma su conti correnti aperti e gestiti dagli indagati. Gli accertamenti svolti dal C.O.S.C. Lombardia hanno consentito agli investigatori di risalire ai 18 soggetti – 11 dei quali con precedenti penali, anche specifici – di cui 7 residenti nell’Agro aversano, 8 a Napoli, 2 a Battipaglia e uno a Livorno.Il cittadino milanese nel 2023 riceve un sms, apparentemente proveniente dal servizio clienti del suo istituto di credito, che lo informa di un attacco in corso sul suo dispositivo mobile e sui conti correnti ad esso collegati, e che riporta un link per l’ipotetico avvio della procedura di blocco e messa in sicurezza del capitale. Dopo la comunicazione scritta, la vittima riceve una telefonata da un sedicente operatore del servizio antifrode della banca, che lo induce a spostare tutti i propri risparmi verso conti “sicuri” al fine di interrompere i “prelievi non autorizzati”. Così l’ottantenne trasferisce attraverso diversi bonifici un totale di 241mila euro.

Uno dei principali espedienti che hanno tratto in inganno il truffato è consistito nel cosiddetto spoofing del numero di telefono da cui ha ricevuto l’Sms e la successiva telefonata. Grazie a tale tecnica, infatti, è possibile inviare Sms ed effettuare telefonate di tipo VoIP (Voice over Internet Protocol), mediante personal computer e altri dispositivi informatici, potendo scegliere liberamente il numero di telefono che apparirà sul display dello smartphone ricevente.Negli ultimi tempi si sta registrando un notevole incremento di questo genere di frodi, perpetrate secondo uno schema sostanzialmente identico a quello appena descritto. È stata anche segnalata una variante che prevede la ricezione di una telefonata da parte di soggetti che si fingono operatori della Polizia Postale. Anche in questo caso, grazie alla tecnica dello spoofing, la telefonata sembra giungere dal vero numero di telefono dell’ufficio della Polizia Postale competente per territorio, così come visibile sui canali web e social ufficiali della Polizia di Stato.

Per evitare di cadere in simili raggiri, la Polizia di Stato consiglia di diffidare totalmente di chi, spacciandosi per un assistente del servizio clienti della propria banca o per un operatore della Polizia Postale, richiede l’esecuzione di bonifici o pagamenti in qualsiasi altra forma. Come spesso ricordato dagli stessi istituti di credito, la Polizia ribadisce che le banche non chiedono mai ai propri clienti – né per telefono né per email – di eseguire spostamenti di denaro o di comunicare le proprie credenziali di accesso ai servizi di home banking.