Il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è tornato qualche giorno fa a parlare nel suo liceo, il "Tasso" di Salerno. Siccome il Nostro possiede il dono della onniscienza, si è soffermato su due temi: la droga e il '68. Roba leggera, argomenti da bar dello sport. Ma si sa, il Nostro ha sempre da spiegarci qualcosa, può sempre illuminare noi poveri mortali.
Sul '68 è stato lapidario: solo una grande cazzata e nulla più. Fortunatamente ci ha risparmiato la solita citazione di Pasolini sui figli del proletariato. Poi, ma si sa che le cattedre giocano brutti scherzi, è passato alle canne.
Ha detto che chi non pensa con la propria testa merita di morire. Subito dopo ha ricordato ai giovani (De Luca ha fatto tanto per loro. Pensate a come ha sistemato i suoi due figlioli) che se nove ragazzi su dieci si fanno un canna l'unico intelligente è quello che non fuma. Ci sarebbe solo da ridere ma il Nostro è pericoloso. Siamo passati dai calci in bocca agli immigrati ai drogati da sterminare, senza dimenticare le puttane da spedire in galera.
Insomma, un sincero leghista che per il consenso non esita a speculare sulle paure della povera gente. Ma, d'altronde, se questo signore da anni si autointervista e noi giornalisti continuiamo ad assecondarlo non poteva che accadere questo. A volte mi pongo un interrogativo: ma vuoi vedere che prima di sparare queste stronzate è proprio il Nostro a farsi qualche canna? Scherzo, naturalmente.