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Ultimo aggiornamento il 28/03/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Il consigliere regionale campano FdI, Marco Nonno, condannato in Appello a due anni per resistenza aggravata durante gli scontri anti-discarica di Pianura del 2008 e quindi sospeso dalla carica, sta per essere reintegrato con il placet degli uomini del governatore Pd De Luca. E con buona pace del valore simbolico della data della strage di Capaci, l’operazione è stata disposta per la seduta del 23 maggio.

Non è detto che andrà in porto, perché agli atti è piombata una memoria degli avvocati Carlo De Stavola e Gianfranco D’Angelo nell’interesse del consigliere che perderebbe lo scranno, Cosimo Amente. Una memoria che rilegge in luce opposta la decisione della Cassazione che Nonno ha portato a sostegno del suo reintegro.

La vicenda è intricata è va spiegata per tappe. In primo grado Nonno era stato condannato a otto anni e mezzo per devastazione e resistenza a pubblico ufficiale. L’accusa di devastazione è caduta in secondo grado. La sentenza è stata impugnata sia dalla Procura generale che dall’imputato. Il 9 maggio la Cassazione ha accolto il ricorso del Pg e respinto quello di Nonno. Questi, assistito dall’avvocato Abbamonte, sostiene che la Severino, in caso di annullamento con rinvio di una sentenza impugnata – conseguenza dell’accoglimento del ricorso del Pg – prevede il reintegro del consigliere sospeso. Di diverso avviso i legali di Amente, per i quali è diventata definitiva la condanna per resistenza aggravata e quindi Nonno dovrebbe addirittura decadere. Sicuramente la Cassazione non ha assolto Nonno, che anzi rischia un inasprimento della pena. Eppure il presidente dell’aula, il dem Oliviero, in conferenza capigruppo ha detto che il consiglio deve solo prendere atto, e il vice di De Luca, Bonavitacola, ha commentato così: “Mi fa piacere per Nonno, francamente è stato vittima di una vicenda ingiusta”. E se lo dice lui.