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Ultimo aggiornamento il 19/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

A metà strada tra mutazione antropologica e anticipo di quei tempi nuovi con i quali la sinistra sta proprio in queste settimane facendo i conti, il deluchismo è diventato una categoria della politica sulla quale si sono esercitati in tanti, comici e imitatori compresi. La riduzione a puro folklore di un’esperienza che rappresenta già uno straordinario paradigma di longevità (30 anni di potere ininterrotto) ha avuto finora un effetto banalizzante, che non rende assolutamente giustizia alle gravissime ferite inferte al tessuto civile di Salerno e della Campania da un sistema tentacolare che coniuga perversamente atavici mali della politica meridionale – il trasformismo, il familismo amorale, il clientelismo più spregiudicato – con le più moderne e spericolate tecniche di manipolazione della comunicazione pubblica e della coscienza democratica.

A inizio 2022 un gruppo di giornalisti, intellettuali, professionisti e professori universitari di area progressista inviarono una lettera al segretario del Pd, Enrico Letta, segnalandogli l’anomalia campana di un cacicco che fa il bello e il cattivo tempo sul suo territorio, utilizzando il partito come un taxi. Ne sortì un’affollatissima assemblea al Pan di Napoli, mentre i giornali si buttarono famelici sull’iniziativa, facendola diventare un caso nazionale. Letta abbozzò, promise genericamente che si sarebbe occupato della questione ma poi, spentisi i riflettori, se n’è bellamente dimenticato. Anzi, al momento della formazione delle liste, è sceso a patti col cacicco, spartendosi con lui la Campania per sfere d’influenza. Ma prima che la crisi politica precipitasse e il Presidente Mattarella sciogliesse anticipatamente le Camere, la lettera a Letta si era già trasformata in un progetto più serio.

Un libro. Un’indagine collettiva che raccontasse genesi, ascesa e sviluppo della parabola di un ex periferico funzionario del Pci diventato in 30 anni uno degli azionisti di riferimento del maggiore partito della sinistra italiana. Detto, fatto: il volume, curato dal sottoscritto e dalla collega Luciana Libero e contenente saggi e interventi di Isaia Sales, Paolo Macry, Aldo Schiavone, Pino Cantillo, Marco Plutino, Pietro Spirito, Licia Amarante, Raffaella Di Leo, Daniela De Crescenzo, Vincenzo Iurillo, Fabio Avallone, sarà in distribuzione a partire da martedì 13 settembre – in edicola, nella sola regione Campania, in abbinata al Fatto Quotidiano, e nelle librerie di tutta Italia. Il volume s’intitola “Il Monarca” (PaperFirst Edizioni, 234 pagine, euro 16,00) e ha un sottotitolo che definisce bene il contesto all’interno del quale si colloca l’inchiesta: “Vincenzo De Luca, una questione meridionale”. Perché il fenomeno del deluchismo, a suo modo, racconta bene lo stato di arretratezza culturale, politica e morale in cui il Mezzogiorno ancora versa a più di 160 anni dall’Unità. Ne è, anzi, una rappresentazione molto fedele: un sistema dalle caratteristiche feudali che cancella un secolo e mezzo di conquiste civili e democratiche, sì da costituire una delle facce più proterve e antimoderne del potere nel Sud del terzo millennio.