Fra qualche giorno, esattamente il sette di marzo, la Corte di Cassazione dovrà decidere se mandare in galera l'ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, suo fratello Nello, e due esponenti del clan Ridosso. La richiesta arriva dalla Dda di Salerno che contesta all'esponente di Forza Italia rapporti consolidati con la camorra. In punto di diritto c'è poco da dire: i reati contestati prevedono la misura afflittiva massima della detenzione in carcere.
Personalmente credo che arrestare l'ex sindaco non abbia molto senso. Il Comune è stato sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata, non vedo questo pericolo di fuga né, tantomeno, la possibilità di inquinare le prove. Allora provo a dire una cosa: diamo la possibilità ad Aliberti, che ha sempre respinto tutte le accuse, di difendersi nell'aula di tribunale da uomo libero. Non credo che metterlo dietro alle sbarre cambi di molto la situazione. Da un punto di vista politico, poi, penso che il centrosinistra dovrebbe cominciare a fare un po' di autocritica. Se anche dovesse essere dimostrato che il voto è stato inquinato dai clan, è altrettanto vero che chi stava dall'altra parte non ha fatto nulla per impedire questo scempio.
Carlo Meoli