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Ultimo aggiornamento il 28/03/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Ci siamo lasciati con uno scritto sul Polo Oncologico di Pagani, che lo scorso 2 settembre ha compiuto gli anni, otto per la precisione. Un bambino oggi più fermo sulle gambe, capace di correre (se gli è concesso) ma pur sempre un bambino, con i limiti dell’età. Forse Polo Oncologico è un termine efficace dal punto di vista comunicativo, diretto e rapido nella comprensione, ma non completamente preciso e per alcuni versi fuorviante. Nell’organizzazione aziendale della ASLSalerno l’area Nord vede operativi l’ospedale di Nocera-Pagani-Scafati oltre che l’ospedale “Martiri di Villa Malta” di Sarno.

Il plesso “A. Tortora” di Pagani piuttosto che un Polo Oncologico, a rigore di termini, è un ospedale a prevalente vocazione ed indirizzo Oncologico, nel quale sono centralizzati il servizio di Anatomia Patologica ed i reparti di Oncologia e di Oncoematologia. In Campania è stata organizzata una Rete Oncologica (R.O.C. reteoncologica campana.it) che prevede una cabina di regia (la comunicazione ripete slogan e utilizza frasi precostituite) ed un coordinamento dell’Istituto Pascale di Napoli e centri di riferimento nelle Aziende Ospedaliere.

La nostra ASLSA è inserita in questa rete per l’attuazione dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (acronimo PDTA). Ci sono percorsi previsti per 13 patologie neoplastiche, in costante aggiornamento ed ampliamento,  e gli ospedali di Nocera–Pagani-Scafati e di Sarno sono operativi per l’accoglienza, presa in carico, assistenza e trattamento. La Rete Oncologica Nazionale così come quelle Regionali evidenziano eterogeneità organizzative ancora irrisolte, con variabilità interegionali, intraregionali, provinciali. In Campania e nella nostra provincia si sta lavorando su una riorganizzazione di strutture e risorse destinate al trattamento chirurgico e medico della malattia oncologica. C’è un immenso bisogno di risorse umane, strumentali, strutturali, di aggiornamento teconologico e di costante formazione.

Se si vuole partecipare alla Rete Oncologica si deve, secondo noi, contribuire a due processi essenziali: trattare secondo i protocolli del PDTA il maggior numero di pazienti in sede, evitando di saturare i centri di II livello (Aziende Ospedaliere-Istituto Pascale) e spostamenti di pazienti e famiglie; contenere disagi e tempi di attesa (per altro scanditi nei protocolli operativi ma difficimente applicabili al momento) aumentando le possibilità, le capacità diagnostiche e terapeutiche di tutti gli ospedali e servizi territoriali, in primo luogo dell’area Nord (Nocera, Pagani, Angri, Scafati, Sarno).

Potenziare in primo luogo le strutture sanitarie dell’area Nord non appaia campanilismo d’altri tempi, ingiustificato. Rileggendo con attenzione i dati del Registro Tumori della Provincia di Salerno, che ci riguardano e rappresentano, si evidenzia una marcata differenziazione territoriale delle patologie neoplastiche, oncologiche. La densità abitativa soprattutto, generalizzando e semplificando oltremisura, è associata ad una maggiore incidenza e rilevanza nella popolazione della malattia oncologica, di alcune malattie oncologiche (e non oncologiche) ancora più, a mero titolo di esempio le malattie polmonari.

Scaturisce dai dati del Registro Tumori della Provincia di Salerno, purtroppo non aggiornatissimi, che l’incidenza maggiore delle malattie neoplastiche affligge l’area territoriale dell’Agro Nocerino-Sarnese, Angri, Scafati.  Risulta necessario, mandamentale, potenziare attività e risorse indirizzandole  verso un potenziamento delle prestazioni oncologiche per tale territorio. Perché è un fabbisogno reale, perché è giustificato da dati e fatti, al di la di ogni opinione personale o strumentale.

Se poi da questo scaturisse un discorso, e scaturisce certamente, di differenziazione di bisogni e fabbisogni per aree provinciali, lo si lascia al dibattito pubblico, agli interventi  politici, che trarranno spunti per argomenti veri, seri,  diretti ad una popolazione che ha un frequente contatto, talora una diretta conoscenza, con la patologia oncologica e con tutte le difficoltà, ancora oggi presenti e tangibili, ad essa correlate.

Se poi da questo scaturisse ancora, e scaturisce, che un potenziamento degli ospedali dell’area nord ed il riconoscimento delle loro competenze e delle attività svolte sia doveroso, a chi ha responsabilità amministrative e gestionali, politiche e sanitarie, si lascia il compito/dovere di creare un DEA di II livello per gli ospedali di Nocera-Pagani-Scafati, integrando e completando le strutture esistenti,  al fine di ottenere uno strumento sanitario strutturato ed organico per le necessità oncologiche e non oncologiche, per le prestazioni sanitarie tutte, di un’area vastissima e densamente popolata. Integrare l’esistente, potenziandolo con le strutture previste per il riconoscimento e l’accreditamento di un DEA di II livello, consentirebbe di risarcire una popolazione in credito sanitario da anni.

Se poi da questo scaturisse, e scaturisce, la dimostrazione che diverse aree hanno diverse priorità e che alcuni, solo alcuni, dei problemi gestionali di un’azienda sanitaria ad estensione provinciale sono le diversità demografiche e territoriali, le differenti distribuzioni di ospedali e strutture, le differenti incidenze delle patologie, la complessa logistica, si diventa consapevoli che una sanità moderna ha tempi incompatibili con distanze e diversità, e si è costretti a ripensare ad una suddivisione territoriale in più aziende sanitarie, immaginandole finalmente omologhe ed agilmente gestibili. Noi auspichiamo una sanità provinciale diversa, con una spinta comunale consapevole dei propri doveri e dei diritti della cittadinanza amministrata, attenta ad esigenze chiare ed ineludibili, che si inserisca in questo momento congiunturale, nel quale ci potrebbe essere una maggiore possibilità di investimento pubblico, per progetti seri e veri.Infine un cenno per prossime riflessioni. PDTA, percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, previsti nel trattamento dei malati oncologici. Ma non possiamo immaginare un PDTA per la totalità delle condizioni patologiche amministrato, per esempio, in Case della Salute territoriali, dove si faccia un’accoglienza, una presa in carico, un’assistenza per i pazienti, tutti? Ne riparliamo.