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Ultimo aggiornamento il 18/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/823

Corsi e ricorsi, piatti e ripiatti. In mezzo alle diatribe in Europa su stoviglie e imballaggi, mentre i governi, i ministri dell’ambiente e le stesse associazioni ambientaliste litigano su virtù e vizi dei materiali biocompostabili, ecco tornare di soppiatto (di sop… piatto!) i piatti di plastica, quelli sottili, tradizionali, che erano stati banditi, o almeno così credevamo.

Qual è il trucco? E’ che piatti in tutto e per tutto simili ai piatti monouso di plastica, quelli bianchi e leggeri che hanno popolato soprattutto il Sud Europa e l’Italia negli scorsi decenni, vengono dichiarati sull’etichetta come riutilizzabili, oltre che riciclabili. Sono leggermente, quasi invisibilmente, più spessi di quelli di qualche anno fa. Vengono posti in vendita a un prezzo inferiore rispetto a quelli in plastica biocompostabile o rispetto a quelli di carta, e finora hanno resistito alle (poche) voci che hanno protestato per quella che sembra una furbizia totale.

La legge italiana di recepimento della direttiva europea Sup (Single Use Plastic) aveva stabilito che sono illegittimi gli usa e getta in plastica tradizionale, ammettendo solo quelli in plastica bio o in carta. Da Bruxelles si obiettava che dovevano essere fermati anche quelli in plastica bio. Ma – di soppiatto, appunto – si apparsi gli autoproclamati riutilizzabili e stanno conquistando quote di mercato. Al punto che, come ha confessato un produttore a Eco dalle Città, ormai le ditte che producono queste stoviglie bio stanno andando in crisi e ricorrendo alla cassa integrazione.

Il problema è che la Direttiva Sup, contro la plastica monouso, non precisava con dettagli cosa si dovesse intendere per riutilizzabile. E un piatto di pochi millimetri diventa riutilizzabile. Certo, volendo si può riutili...

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Roberto Pangallo

Quando è partito la prima volta, alla mamma ha detto che sarebbe stato via solo un anno. Oggi ne sono passati 17, si è spostato tra Francia, Spagna, Irlanda e Germania e non è ancora tornato. Roberto Pangallo ha 42 anni, è nato e cresciuto in una città alpina del Piemonte, Domodossola, ed è originario di un piccolo comune della Calabria, Bova Marina. Racconta la sua storia da Tenerife, dove lavora come manager per una startup internazionale nel settore dell’ingegneria meccatronica applicata all’ottica 3D di nuova generazione. “Non penso di dover tornare in Italia solo per esserci nato, la dimensione lì fuori è ben più grande”.

Sono tre i fattori che hanno spinto Roberto a partire, nel settembre del 2006. “Ero all’ultimo anno di università in ingegneria al Politecnico di Torino, avevo appena ottenuto una borsa di studio e l’occasione si era rivelata imperdibile”. Così, si trasf...

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L’interrogatorio è già avvenuto. Il “boss dei Van Gogh” Raffaele Imperiale, collaboratore di giustizia da poco più di un anno dopo il suo arresto nel 2021, è stato sentito dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Salerno nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica. A quanto risulta al fattoquotidiano.it, Imperiale ha fornito un contributo “utile ma non determinante” alle indagini, ormai in dirittura d’arrivo. L’interrogatorio del super narcotrafficante internazionale – risalito recentemente agli onori della cronaca per aver manifestato l’intenzione di “regalare” allo Stato un’isola artificiale al largo di Dubai, acquistata nel 2008 per 32 milioni di euro – dovrebbe infatti essere uno degli ultimi atti istruttori della procura salernitana intorno al delitto avvenuto il 5 settembre del 2010. Un caso finora irrisolto, per il quale sono indagati – tra gli altri – l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi e il colonnello dell’Arma Fabio Cagnazzo.

Proprio il presunto ruolo dei militari nel delitto Vassallo è il link in base al quale i pm salernitani hanno acquisito alcuni documenti depositati al processo nei confronti di Imperiale in corso a Napoli. A incuriosire gli inquirenti della Procura, guidata da Giuseppe Borrelli, un verbale del narcos dell’ottobre 2022: “Ricordo un’altra persona con cui teneva i rapporti per conto nostro Bruno Carbone (socio di Imperiale, ndr): era un soggetto di Casoria, il “marziano”, che comprava 80-100 chili al mese e aveva a libro paga un carabiniere”. Il “marziano” è Pasquale Fucito, di Caivano e non di Casoria. È il boss dell’omonimo clan condannato in appello a dieci anni per aver corrotto il maresciallo Cioffi, finanziandolo con ingenti somme in cambio di protezioni e favori intorno...

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Se si legge in controluce il pacchetto di finanziamenti a pioggia inserito nella finanziaria della Regione Campania con il contorno dell’ennesima proroga di un anno in favore della lobby degli stabilimenti balneari, trovi scritto “Vincenzo De Luca già lavora al terzo mandato”. C’è infatti l’ok del governatore, e la sua politica di ricerca del consenso, dietro l’operazione che ha infarcito di mance e mancette il bilancio approvato poco fa in aula. Dai 20mila euro per la rassegna canina di San Sebastiano al Vesuvio, ai 15.000 euro per i progetti di tutela della ‘cultura carottese’ a Piano di Sorrento, fino ai 20mila per il presepe vivente a Cercola, ai 50.000 euro per un festival jazz a Vallo della Lucania, ai 100.000 euro per il summit mondiale della dieta mediterranea a Pollica, ai 50mila, 25mila e 40mila concessi a tre diverse celebrazioni del Carnevale, a Sant’Egidio Montalbino, San...

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Non passa giorno che, nel massimo silenzio sia istituzionale che dell’Accademia Medica napoletana, dai media nazionali e dalla Comunità scientifica internazionale, sono prodotti dati scientifici ed epidemiologici che certificano un danno alla salute pubblica gravissimo nella provincia di Napoli, principalmente da cause ambientali. Legambiente pubblica i dati di Mal’aria 2023 ma solo per i capoluoghi di provincia e pone erroneamente al top dell’inquinamento la città di Torino con 98 sforamenti di pm 10 nel 2022. Errore: il record degli sforamenti 2022 appartiene al comune di Volla (Napoli) con 106! Ma Volla non è capoluogo di provincia e quindi non compare!

A Napoli si vive di meno, si vive male, ci si ammala sempre prima e, cosa ancora più tragica, ancora oggi omertà e ignavia delle Istituzioni responsabili attribuiscono maggiore importanza al solo stile di vita individuale ri...

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E' di prossima pubblicazione il volume "La cattedrale di San Prisco in Nocera Inferiore. Restauri, ritrovamenti, opere d'arte". Gli autori sono Antonio Braca e Vincenzo Piccolo, prefazione di Pasquale Natella, edito da Editoriale Franco Alfano. Lo si troverà in libreria.

Il volume, frutto del restauro architettonico, colma un’ampia lacuna della storia del territorio nocerino e ne riscrive la pagina mancante del Medioevo. Sotto l’abside maggiore è stato scoperto il Martyrium di San Prisco a forma di cripta semianulare, mentre le colonne rinvenute nei pilastri hanno rivelato l’impianto basilicale a tre navate triabsidato, pienamente coerente con la stagione costruttiva desideriana. Inoltre, la straordinaria identità planimetrica con la chiesa di Sant’Angelo in Formis evidenzia una realizzazione nei decenni della dinastia normanna di Capua.

La trasformazione in cattedrale...

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