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Ultimo aggiornamento il 25/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/826

Edi Rama

Il gesto del leader albanese Rama di aiutare l'Italia mandando medici e infermieri resta in tutta la sua generosità. Il personaggio, però, rimane controverso come ha spiegato in un pezzo sul Fatto Enrico Fierro.

 

 

Cocainomane. Pazzo. La sua casa è un bunker inaccessibile, vive come un asociale. È il capo dei narcotrafficanti… È solo un piccolo assaggio dell’antologia di insulti che puoi raccogliere a Tirana se ti fermi a un caffè con i militanti del Pd, il Partito democratico d’Albania, eterni e feroci avversari dei socialisti al governo.

Oggetto di tante calorose attenzioni è Edi Rama, 56 anni, una laurea in Arti figurative, di mestiere primo ministro dell’Albania. Un personaggio divenuto familiare alla maggioranza degli italiani, pochi giorni fa, quando in un video sapientemente studiato ha annunciato in perfetto italiano l’invio di 30 medici e infermieri per aiutare il nostro Paese nella lotta alla pandemia. Aeroporto di Tirana, aereo pronto a partire sullo sfondo, il premier legge un breve discorso circondato da operatori sanitari protetti da tute bianche e maschere. “Laggiù è casa nostra. Noi non abbandoniamo l’amico in difficoltà”. Poche parole e un grande gesto che hanno fatto guadagnare a Rama e al suo Paese la stima bipartisan del governo e del mondo politico italiano. Chi è davvero questo leader balcanico dai modi gentili e che parla perfettamente la nostra lingua, forse eredità di una nonna dalle origini italiane, è difficile capirlo. Se giri per Tirana trovi mille tracce lasciate da Edi Rama sindaco della città nel 2000. La città ha cambiato volto nel bene e nel male. Enormi centri commerciali hanno sostituito le vecchie e fatiscenti costruzioni del regime enverista. Piazza Scanderbeg, il cuore di Tirana, è risorta, il Pa...

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Al centro Pertini

Il 23 novembre del 1980 il terremoto uccise circa tremila persone in Campania e Lucania. Il 25 novembre il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, si recò nelle zone colpite dal sisma. Vide che gli aiuti non erano mai arrivati, vide gente che scavava con le mani tra le macerie, vide il collasso di una nazione. Il 26 novembre il presidente pronunciò un discorso a reti unificate che è rimasto nella storia di questo paese. "Se ci sono responsabili per questo disastro devono pagare, devono stare in galera". Non nascose il suo sdegno, il suo orrore.

Le due conseguenze più clamorose delle sue parole furono la rimozione del prefetto di Avellino, Attilio Lobefalo, e le dimissioni del ministro degli Interni, Virginio Rognoni. E veniamo a oggi e al parallelo possibile con il coronavirus. Ormai è evidente che in Lombardia il governatore Attilio Fontana (sì, lo stesso nome del prefet...

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Questo commento di Enrico Fierro è stato pubblicato sul Fatto di ieri.

 

Caro Coen, tu parli di un grande poeta, Mario Benedetti, e io mi chiedo se oggi, proprio nel nostro triste oggi, chi sono i poeti. Servono ancora, ne abbiamo bisogno? Credo di sì. Abbiamo bisogno come l’aria (anch’essa ormai considerata un pericolo, un veicolo di trasmissione di questa peste del Duemila) di loro. Eppure i poeti tacciono. Chiusi nelle loro case non trovano più le parole. Nessuno mette in versi le paure che ci stanno divorando l’anima.

Il terrore della malattia, l’abisso di una morte improvvisa, l’incertezza per il futuro, quello più vicino a noi, il domani, le prossime ventiquattro ore. E allora rivolgiamo il nostro pensiero a chi fa poesia ma poeta non è. E sono tanti. Non scrivono versi, ma trasformano le loro passioni, il senso del dovere, la disponibilità verso il mondo che ci circonda e soffre, in altissima opera poetica. I medici, gli infermieri, chi ogni giorno pulisce gli ospedali.

Questi sono poeti. La società che oggi si aggrappa disperatamente al loro sapere, ai loro studi, alla loro disponibilità totale, “prima” li considerava meno di zero. Poeti sono gli operai, i commessi dei supermercati, i farmacisti, i ferrovieri, gli insegnanti che con pochi e scarsissimi mezzi tentano di non far imbarbarire i nostri figli nella noia mortale, gli uomini e le donne in divisa, i giornalisti che lavorano per darci informazioni. Poeti sono gli uomini e le donne semplici, cattolici e laici, che nelle città spezzano il loro pane con chi il pane non ha. Poeti sono gli operatori umanitari delle Ong che oggi fanno volontariato negli ospedali, sulle ambulanze, dovunque mettendo a disposizione la loro esperienza. Perché la sofferenza umana non ha confini, né...

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Pubblichiamo un intervento di Maria Rita Gismondo, direttore microbiologia clinica e virologia del “Sacco” di Milano. L'articolo è apparso sul Fatto di oggi.

 

Oggi mi fa piacere soffermarmi su alcune frasi del giuramento di Ippocrate che, presi dal frullatore Covid-19 rischiamo di dimenticare e polverizzare. Noi tutti giuriamo di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della categoria e  di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni.

A questo si aggiunge quanto compreso nel CodicedDeontologico della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri.

Art.1: “Il comportamento del medico, anche al di fuori dell’esercizio della professione, deve essere consono al decoro e alla dignità della stessa. Il medico è tenuto alla conoscenza delle nor...

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La sede della diocesi Nocera-Sarno

Pubblichiamo un intervento di Adele Tirelli sulla questione delle messe in streaming. La sua posizione è molto critica e noi la rispettiamo. Da cattolica ed educatrice ha il diritto di esprimere le sue opinioni. Noi di Saleincorpo, sito indipendente, ospitiamo tutti gli interventi intelligenti, anche quelli che, almeno in parte, non condividiamo. Ed è questo il nostro orgoglio, il nostro patrimonio.

 

 

In questo momento così difficile, così logorante, così estremamente delicato sia per la salute fisica che mentale, dove la situazione finanziaria è ormai giunta quasi al collasso, dove anche una certa informazione, a volte scorretta, continua a scrivere tutto e il contrario di tutto, dove soprattutto la politica paga tutto il male fatto negli ultimi decenni, soprattutto nella sanità e nella cultura, e cerca di correre ai ripari affrontando giornalmente le nuove ...

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Massimo Barba

Massimo Barba, 42 anni, di Castel Giorgio, si è stabilito a Cuba da anni. Un passato da giornalista oggi ha un'agenzia che si occupa di traduzioni riconosciuta dall'Ambasciata d'Italia. Ecco cosa accade in un paese dove fare la fila è la normalità.

 

 

212 casi confermati, 2742 in osservazione e 6 deceduti. E’ il bilancio, alla mezzanotte del 31 marzo  del coronavirus qui a Cuba. Siamo all’ottavo giorno di “isolamento sociale”, così viene definito per distinguerlo dalla “quarantena” a cui sono sottoposte, in strutture sanitarie, le persone in osservazione o rientrate, nei giorni scorsi, dall’estero. 

Come Italia e qui, forse anche per la complicità delle belle giornate, oggi il termometro segna 33 gradi, nei primi giorni la percezione della gravità della situazione è stata bassissima. Il giorno dopo l’annuncio del Governo, dell’adozione di misure restri...

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