Editoriali/736
Un Comune deve essere risarcito per le conseguenze negative sofferte dal territorio a causa della camorra. Lo ha scritto un giudice ed è una decisione straordinaria, rivoluzionaria. Peccato che la notizia, tranne un bel pezzo pubblicato da Enrico Fierro alcuni giorni fa sul "Fatto" e che oggi vi proponiamo, sia stata praticamente ignorata. Eppure si tratta di una svolta nella lotta alle mafie.
"Non sono eroi maledetti. Non rappresentano l’anima del Sud, ma del Sud sono la rovina. Non sono uomini d’onore, ma merde, guappi di cartone senza onore e dignità. Questa è la camorra. E allora, da un piccolo ufficio giudiziario, quello di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta, arriva una grandissima notizia. La Corte di Assise ha accolto la domanda di risarcimento danni presentata dal Comune di Casal di Principe nel processo contro Walter Schiavone. Uno di quei boss feroci e senza onore che per decenni hanno insanguinato la provincia di Caserta e deturpato l’immagine di un paese di brava gente come Casal di Principe. Ma leggete cosa scrivono i giudici".
"“Il Comune deve essere significativamente risarcito delle conseguenze negative sofferte sul proprio territorio a causa delle associazioni camorristiche”. Se queste parole faranno scuola ispirando altri giudici, la camorra è nei guai davvero. Perché si riconosce un dato: la presenza dei boss è la rovina dei territori, a Scampia, alla Sanità, a San Giovanni a Teduccio, insomma, nei quartieri dove si spara, si chiede il pizzo, si spaccia droga, la camorra è la causa principale di regressione e abbandono. Quindi capi, soldati e organizzatori delle piazze di spaccio vanno puniti e devono risarcire la comunità. La camorra, scrivono i giudici di Santa Maria, esercitava a Casal di Principe “un potere imposit...
Continua a leggereLa nascita del partito di Renzi, per quanto ampiamente annunciata, rischia di scompaginare gli equilibri politici di una maggioranza già precaria. Inoltre in molti stanno per saltare sul suo carro. Ecco una guida ragionata per capire quello che potrebbe succedere frutto dell'articolo di Enrico Fierro pubblicato sul "Fatto" di oggi. E le prossime elezioni regionali in Campania sono un importante banco di prova. A seguire il testo.
“Quante divisioni ha il Papa?”. È la domanda che Iosif Stalin pose ai suoi generali a Yalta. La stessa che risuona in modo allarmato al Nazareno (“quante divisioni ha Matteo Renzi?”), e che per ora non trova risposte. Vedrete alla Leopolda 10, 18-20 ottobre, è il refrain dei renziani. Nella tre giorni che sanciranno la nascita di “Italia Viva”, gli indecisi ufficializzeranno il loro passaggio, i dubbiosi (tra un intervento dal palco e un apericena con...
Continua a leggerePubblichiamo un intervento di Alfonso Pirozzi, redattore dell'Ansa e consigliere nazionale della Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana).
"La crisi dell’editoria, la tutela dei posti di lavoro e la necessità di garantire una prospettiva ai tanti colleghi precari: sono stati questi i temi affrontati nel corso di un’assemblea tenuta martedì scorso a Palazzo Alabardieri a Napoli. Antonio Coviello, economista Cnr di Napoli e docente all’Università 'Suor Orsola Benincasa', ha fornito i dati di una crisi – quella che riguarda il mondo dell’editoria – che purtroppo è sempre più grave. E i dati sono ancora più preoccupanti nelle regioni del Sud".
"Chi esce dal mondo del lavoro – ed i numeri degli iscritti all’istituto previdenziale di categoria dimostrano che stiamo dinanzi a una vera e propria emorragia – difficilmente riesce a trovare, nel giro di qualche anno, una nuova occupazione nello stesso settore. La crisi ha riguardato maggiormente la carta stampata. E i nuovi mezzi – soprattutto il web – non garantiscono agli editori la stessa redditività. I conti quindi non vanno bene e, nella migliore delle ipotesi, i giornalisti che vanno in pensione non sono sostituiti. L'età media del personale giornalistico è molto più alta rispetto a qualche decennio fa, senza contare che fare il "giornalista-giornalista" è davvero un'attività usurante che già a 50 anni ti lascia con il respiro corto, anche se devi stare in trincea fino a 67 anni per conquistare la pensione".
"Un cronista che per anni ha solo scritto per un giornale o ha trascorso una vita a fare lavoro da “cucina” – impaginare o titolare pezzi – ritrovandosi all'improvviso disoccupato o cassa integrato a 45-50 anni, avrà non poche difficoltà a imparare o a usare le nuove tecnologie. Chi ...
Continua a leggereSe andate su Facebook troverete gruppi che si battono per la difesa della vera "nocerinità". Si tratta, in gran parte, di sfogatoi a rete aperta. Della serie, insomma, qui non funziona niente. La colpa? Naturalmente dei politici. Si tratta, molto spesso, di un comodo scaricabarile che nasconde i nostri limiti, le nostre mediocrità.
Se Nocera è una città sporca gran parte delle colpe sono dei cittadini. Amministrazione e netturbini non c'entrano nulla. Qualche esempio? Strade che diventano percorsi a ostacoli perché invase dalla merda dei cani. Cartacce e mozziconi di sigarette buttati a terra senza vergogna. E per tanta gente la differenziata resta un optional.
Non accade solo nelle zone periferiche, popolari. Sarebbe una comoda giustificazione. No, in pieno centro ci sono commesse di negozi anche accorsati che spazzano spostando semplicemente i rifiuti dalla saracines...
Continua a leggereSulle questioni ambientali e le battaglie di Greta Thunberg pubblichiamo un pezzo provocatorio apparso sul "Fatto" e scritto da Massimo Fini. A seguire il testo.
"Solo in un’epoca ipocrita, superficiale, ipnotizzata dai media, attenta al clamore e ignara della sostanza, si poteva creare un fenomeno come quello di Greta Thunberg diventata nel giro di un solo anno una superstar, invitata all’Onu e corteggiata dai grandi della Terra e anche da importanti e globalizzanti imprese del mondo. Il problema non è Greta i cui obiettivi sono sacrosanti anche se incompleti (salvare la Terra e gli uomini che la abitano dall’inquinamento)".
"Il fatto è che Greta e le anime belle che la seguono, credo in buona fede (le grandi imprese sono invece in totale malafede perché sanno benissimo che dal vibrante discorso della ragazza non sortirà nulla) sembrano non rendersi conto che per salv...
Continua a leggereUna battaglia per chiudere un museo dedicato a Lombroso. La singolare vicenda è al centro di un articolo di Enrico Fierro pubblicato sul "Fatto" alcuni giorni fa. Parla di presunti scienziati, cialtroni e pregiudizi verso il Sud. A seguire il testo.
"La “guerra del teschio” continua. C’è stata una sentenza di primo grado, una di appello e poi la Cassazione. Ma non basta, ora ad occuparsi di quel che resta del cranio di Giuseppe Villella saranno le Corti di giustizia europee, e, se non dovesse bastare, anche gli organismi dell’Onu per i diritti umani. L’ingegner Domenico Iannatuoni, pugliese del 1953 trapiantato al Nord, non si ferma, col suo Comitato “No Lombroso” continuerà a dare battaglia".
"Povero “Peppuzzo”, pecoraio disgraziato e affamato nato nel 1802 a Motta Santa Lucia, 826 abitanti oggi, 1715 a metà Ottocento, un pugno di case stretto tra le montagne della pr...
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