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Ultimo aggiornamento il 18/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/823

Michele Russo è consigliere comunale di opposizione a Scafati.

 

La Scafati Sviluppo s.p.a., partecipata al 100% dal Comune di Scafati, dichiarata fallita nel 2017, è ancora a tutti gli effetti una società del Comune di Scafati. Una storia lunga quella dell’area di via Domenico Catalano, la cui estensione è di circa 130.000 mq. Negli anni ’70 il Comune di Scafati promosse l’insediamento dell’Alcatel su un terreno di proprietà comunale. A seguito della decisione di cessare l’attività da parte della multinazionale l’area venne ceduta negli anni ’90 ad una società, la Copmes, dell’imprenditore Paolo Artioli.

A seguito del fallimento della Copmes l’amministrazione comunale, per una clausola contenuta nel contratto, riuscì a ritornare in possesso di tutta la consistenza immobiliare, decidendo di costituire nel 2005 la società di trasformazione urbana Scafati Sviluppo s.p.a., per la reindustrializzazione dell’area, sebbene il Comune di Scafati fosse già socio di un’altra società analoga, Agro Invest spa. Dopo il 2010 partono concretamente le attività di cessione dei capannoni da costruire sulla base di un progetto preliminare redatto da Giugiaro Architettura. L’appalto dei lavori ha prodotto la costruzione di una parte dei capannoni previsti, ma il tutto si è bruscamente arenato per le difficoltà economiche e gestionali culminate nella sentenza di fallimento di Scafati Sviluppo del Tribunale di Nocera Inferiore 2017.

Le criticità avevano iniziato a manifestarsi già da tempo. Infatti il Comune di Scafati, pur senza procedere ad aumenti di capitale, aveva proceduto nel corso degli anni ad erogare finanziamenti alla società, dell’ordine di oltre 500.000 euro, finanziamenti che la stessa società non risulta abbia mai restituito. Allo stato attua...

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Il sindaco Torquato

Noi di Saleincorpo non siamo particolarmente interessati alle polemiche politiche. Di fronte a quello che sta accadendo nella maggioranza Torquato a Nocera Inferiore, però, occorre fare una riflessione che è di metodo.

Se fai parte della maggioranza e cogli in determinati atteggiamenti degli errori è giusto dirlo. Se qualche provvedimento ti lascia perplesso è corretto metterlo in rilievo. Ma quando la critica diventa costante, sistemica, allora significa che qualcosa non funziona. E arriva il momento di prendere decisioni nette. Consiglieri e assessori non sono costretti a rimanere al loro posto.

Se qualcuno ritiene che la maggioranza non stia rispettando punti essenziali del programma può dimettersi e tornarsene a casa. Non entriamo nel merito dei singoli problemi, non ci interessa farlo. Ma non è pensabile che in un'amministrazione un giorno sì e l'altro pure qualcu...

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A destra Franco Coppola

“Ci hanno messo in una condizione che non so come potremo riaprire, ammesso che si riesca a farlo”. A parlare è Franco Coppola, chef paganese, proprietario del ristorante “Hostaria” a Roccapiemonte. Si tratta di un locale storico.

La situazione è pessima.

Certo, è giusto pensare alla salute come prima cosa, ma come pensate che la gente pensi ad andare al ristorante in una situazione del genere?

Però c’è l’autorizzazione per l’asporto…

Lasciamo stare. I locali classici come il nostro non sono nati per portare il cibo a casa. Senza contare che aprire in questo contesto determinerebbe solo spese. Pensi, e faccio solo un esempio, alla pressione fiscale.

Non vi conviene aprire, quindi.

Assolutamente no. E usciamo anche da un altro equivoco. Le pizzerie non sono ristoranti e già prima dell’emergenza sanitaria operavano molto utilizzando l’asporto. Sono attrezzati.

Quanti coperti ha?

Cinquanta, ma se dovessi applicare le indicazioni governative scenderei a quindici. Tenga anche presente che non ho spazi all’esterno. Il mio locale è completamente al chiuso.

E dal punto di vista occupazionale come vanno le cose?

Beh, diciamo che almeno su questo fronte non abbiamo avuto grossi problemi. Questa è una azienda a conduzione familiare.

Lei ha rapporti anche con molti ristoratori di fuori regione. Come se la stanno passando?

Siamo tutti sulla stessa barca. Poi, è vero, ho scambi con questi colleghi. Sono convinto che il confronto con culture diverse sia un fattore di profondo arricchimento.

Sulla sua pagina facebook lei ha postato una frase di Vissani che dice: “Non dite cazzate, nei ristoranti non ci andrà nessuno”.

Il personaggio Vissani è molto particolare, ma devo dir...

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Lorenzo Guarnaccia

Pubblichiamo la prefazione di Lorenzo Guarnaccia del libro di Ubaldo Baldi sull'occupazione della "Gambardella" a Nocera Inferiore nel 1974.

 

La storia della “Gambardella & Figli” non è una vicenda nocerina ma italiana. Essa spazia, infatti, su tutti i fronti strategici ed operativi che hanno caratterizzato l’industrializzazione italiana e quella del Mezzogiorno in particolare. La lunghissima vertenza sindacale dell’azienda, infine, si concluderà ancora una volta all’italiana: accordi sottoscritti e non rispettati!  Una lotta sindacale che coinvolse tutti i lavoratori ed anche la città, sensibile alla paventata chiusura di uno stabilimento storico, l’ennesimo, che aveva un brand internazionale riconosciuto e fette di mercato importanti in diversi Paesi, tra cui la RAU e gli USA. Giustamente, infatti, l’autore ha inquadrato la lotta dei lavoratori conservieri della...

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Giada Ferraioli

Scrivo come portavoce di un gruppo di più di 100 imprenditori che hanno da anni in Campania un'attività nel settore ludico ricreativo ed educativo che si sono uniti per dare identità e rilievo agli operatori della nostra categoria, che finora è stata un po' una "Categoria fantasma" in questa emergenza. Anche NOI abbiamo necessità di fare sentire il nostro grido.

Le nostre attività private si sostengono attraverso i soli incassi provenienti dai loro utenti e in questo periodo così delicato chiaramente viviamo un momento di difficoltà economica nel dover fare fronte, nonostante la chiusura in seguito al decreto alle spese di gestione che continuano ad arrivare senza incassare nulla, e in particolar modo agli affitti che non sono stati sospesi o annullati come probabilmente avrebbe dovuto essere data la chiusura da decreto ministeriale. Continuando così, e non si sa ancora per qu...

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Giacomo, una vita passata a lavorare nei supermercati, ci ha mandato questa lettera.

 

Carlo, a te che più o meno conosci la mia storia recente, vorrei raccontare una cosa riguardo l'atto d'amore chiesto da Conte alle banche. Quando persi il lavoro il Mps revisionò l'affidamento in essere in quel momento e decise che, con il solo stipendio di mia moglie, da 5000 euro si passava a 2500 euro e una carta di credito con un plafond mensile di 1300 euro. Capirai che ormai si vivacchia a forza di debiti che spesso si trascinano ben oltre la scadenza. Dopo la richiesta di Conte, il 22 aprile, come atto d'amore, la banca mi fa un altro regalo: mi riduce anche la carta a 700 euro mensili, senza alcuna comunicazione o altro. Dai, ma ti pare onesto, soprattutto in una situazione d'emergenza come l'attuale e quella nostra in particolare, che non dà altre possibilità che lavori a ne...

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