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Ultimo aggiornamento il 20/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

È naturale che chi governa si trovi a fare i conti con promesse che non possono essere mantenute subito. Gli italiani hanno aspettative molto alte di una normalizzazione che ancora non può arrivare. E poi Mario Draghi non è una divinità. Il premier soffre dell’esaltazione con cui è stata raccontata da molti media la sua entrata in campo. È stato presentato come salvatore della patria, uomo della provvidenza, ma non può essere nessuna di queste cose. Troppe aspettative, e troppo grandi, si scontrano con una realtà che invece se ne va per conto proprio. Penso Draghi sia un uomo che sa quello che vuole e non si faccia condizionare da queste esaltazioni. È il Sistema Italia che è in crisi, paga la schizofrenia pluralistica delle Regioni, quando invece in una “fase di guerra”, come ha detto il premier, bisognerebbe remare insieme. Le notizie che arrivano sulla campagna vaccinale non aiutano. In alcuni territori non si è scelta la via naturale – il criterio dell’età – ma si sono privilegiate classi sociali e interessi organizzati. Poi ci sono gli errori dell’Europa: i contratti disastrosi con le cause farmaceutiche. (Nadia Urbinati)

 

Nando Pagnoncelli sul Corriere definisce il calo di gradimento di Mario Draghi e del suo governo “un rimbalzo tecnico”. Di sicuro i primi numeri del premier erano “dopati”. Gonfiati da una prevalente stampa, che aveva gridato al miracolo, laddove di miracoloso non ci si può aspettare niente dalla politica contemporanea. Era stata creata un’aspettativa esagerata, come se con un tocco di bacchetta magica, semplicemente mettendo al posto di comando l’uomo della provvidenza, gli enormi problemi del nostro sistema amministrativo potessero essere risolti in un colpo. Può spiegare questo tipo di atteggiamento solo l’ostilità che aveva sempre animato gli atteggiamenti del giornalismo mainstream nei confronti di Conte e del suo governo. Io credo che sia stato fatto un cattivo servizio a Draghi stesso, esposto a un inevitabile rimbalzo che non definirei “tecnico” ma in qualche misura di credibilità politica. Dobbiamo aspettarci in futuro un ulteriore calo di fiducia, perché il sistema politico-amministrativo italiano è destinato a infilare altre défaillance. (Marco Revelli)

(Dal Fatto).