Una piazza “maledetta”. Un’opera nata male e segnata da un destino beffardo. Questa è piazza Caduti di Nassiriya a Nocera Inferiore. E, in fondo, l’esposto presentato dai residenti alle autorità (prefettura, polizia e tribunale) è solo l’ultimo atto di una battaglia che sembra destinata a non concludersi qui.
Tutto nasce nel 2009 quando il Comune decide di attrezzare l’area di via Siciliano con piazza, garage e parcheggio interrati. La prima ditta risulterà inadempiente. E siamo arrivati al 2015. Nel 2016, nonostante una serie di perplessità espresse dai tecnici municipali, si procede all’inaugurazione. Non si tratta di carenze lievi: nelle varie relazioni si parla, tra le altre cose, anche della mancanza del certificato di regolare esecuzione dell’area scoperta. Ma si procede comunque. Tra i rilevi mossi ci sono mancanze dell’impianto di illuminazione, infiltrazioni d’acqua, lesioni nel calcestruzzo. Insomma, per uscire dai tecnicismi, l’opera appena inaugurata non solo è incompleta, ma anche pericolosa.
Proprio alla luce di questi dubbi i residenti affidano a un privato il compito di stabilire se la piazza può essere aperta al pubblico oppure no.
La conclusione del professionista è chiara: quella piazza non può essere frequentata dai residenti perché mancano le condizioni di sicurezza strutturale con gravi rischi per l’incolumità delle persone. In sostanza, quello che avevano già evidenziato i tecnici municipali. Nel novembre del 2017 la piazza viene chiusa. Una chiusura, in realtà, relativa perché il sito continua a essere meta di molte persone. Senza contare che in zona c’è anche una scuola e che tutta l’area è diventata una micro discarica. Passano i mesi ma le cose non cambiano. E arriviamo a oggi. I residenti prendono carta e penna e scrivono. Vogliono la chiusura effettiva della piazza e la messa in sicurezza. Della vicenda pare sia stata informata anche la prefettura. Questo è accaduto un mese e mezzo fa.
Non sappiamo come si chiuderà questa storia, ma ci sono tanti interrogativi che meriterebbero una risposta. Una cosa è certa: si poteva e doveva intervenire prima. Pensate, da quella inaugurazione sono passati ormai oltre tre anni e l’ennesima incompiuta è ancora lì. Incompiuta e pure pericolosa.