Il pm ha chiesto l'archiviazione dell'indagine a carico di Andrea Annunziata, avvocato marzanese ma nocerino di adozione, indagato per abuso d'ufficio. A riferirlo è "la Città" di oggi. Era accusato di avere affidato, quando era presidente dell'Autorità portuale a Salerno, lavori e incarichi ai suoi "amici".
La vicenda Annunziata porta a fare una duplice considerazione. In primo luogo non è pensabile che un professionista debba aspettare anni per vedere riconosciuta la sua estraneità rispetto a fatti molto gravi. E' un male endemico della giustizia italiana che pesa su un essere umano anche quando, come in questo caso, non state state applicate misure cautelari. Basti pensare che perfino l'Anac ha ritenuto irreprensibile l'operato dell'ex sindaco di San Marzano.
Poi c'è un secondo aspetto, squisitamente politico. Ci sono ancora troppi incarichi che sono figli di una rigida lottizzazione bipartisan, una lottizzazione che spesso non tiene in considerazione le competenze del singolo, ma solo l'appartenenza al partito. E' un'arma a doppio taglio perché, alla fine, si finisce per dubitare anche di persone qualificate solo perché occupano un posto grazie alla loro "fedeltà".
Il modo per uscirne ci sarebbe. Per determinati incarichi pubblici vanno indetti i concorsi. Certo, è possibile truccare anche questi ultimi ma, almeno, il contribuente potrebbe iniziare a pensare che sta pagando sì un lauto compenso ma a una persona competente. Accadrà mai?