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Ultimo aggiornamento il 20/05/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Un Comune deve essere risarcito per le conseguenze negative sofferte dal territorio a causa della camorra. Lo ha scritto un giudice ed è una decisione straordinaria, rivoluzionaria. Peccato che la notizia, tranne un bel pezzo pubblicato da Enrico Fierro alcuni giorni fa sul "Fatto" e che oggi vi proponiamo, sia stata praticamente ignorata. Eppure si tratta di una svolta nella lotta alle mafie.

"Non sono eroi maledetti. Non rappresentano l’anima del Sud, ma del Sud sono la rovina. Non sono uomini d’onore, ma merde, guappi di cartone senza onore e dignità. Questa è la camorra. E allora, da un piccolo ufficio giudiziario, quello di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta, arriva una grandissima notizia. La Corte di Assise ha accolto la domanda di risarcimento danni presentata dal Comune di Casal di Principe nel processo contro Walter Schiavone. Uno di quei boss feroci e senza onore che per decenni hanno insanguinato la provincia di Caserta e deturpato l’immagine di un paese di brava gente come Casal di Principe. Ma leggete cosa scrivono i giudici".

"“Il Comune deve essere significativamente risarcito delle conseguenze negative sofferte sul proprio territorio a causa delle associazioni camorristiche”. Se queste parole faranno scuola ispirando altri giudici, la camorra è nei guai davvero. Perché si riconosce un dato: la presenza dei boss è la rovina dei territori, a Scampia, alla Sanità, a San Giovanni a Teduccio, insomma, nei quartieri dove si spara, si chiede il pizzo, si spaccia droga, la camorra è la causa principale di regressione e abbandono. Quindi capi, soldati e organizzatori delle piazze di spaccio vanno puniti e devono risarcire la comunità. La camorra, scrivono i giudici di Santa Maria, esercitava a Casal di Principe “un potere impositivo di stampo militare devastando il territorio, arrecando indubbie ferite esistenziali ad ampie fasce di popolazione”. Nelle zone sotto il dominio dei boss “i cittadini erano privati della libertà” e la camorra “è stata un ostacolo alla piena e proficua esplicazione della persona umana”. Parole nette e chiare che accolgono finalmente il grido di dolore urlato per anni da Renato Natale, il medico sindaco anticamorra del paese".

"Quante volte me lo ha detto Renato, “qui abbiamo vissuto sotto il tallone di ferro di una dittatura militare”. Oggi è scritto in una sentenza pronunciata in un’aula dove campeggia una scritta. “La legge è uguale per tutti”".