Franco Roberti, 71 anni, ex magistrato, assessore regionale alla Sicurezza, sarà il capolista del Pd alle elezioni europee per la circoscrizione Sud. L'uomo non è in discussione: ha ricoperto incarichi di primo piano fino ad arrivare a capo della direziona nazionale antimafia.
Roberti, però, ha svolto quasi tutta la sua carriera in Campania. In questi casi sorge sempre un dubbio: è giusto che scenda direttamente in politica un uomo che ha seguito indagini importanti tra cui molte sulle pubbliche amministrazioni? Si tratta di una pessima abitudine italiana.
Nel caso di Antonio Di Pietro un ex magistrato ha retto addirittura un ministero. Riteniamo, e questo indipendentemente dal valore dell'uomo e dal partito, che chi ha indossato la toga non dovrebbe fare politica, soprattutto quando, ed è il caso di Roberti ma non solo, le funzioni professionali sono state esercitate dove poi ci si candida.
Si rischiano conflitti di interesse, sospetti, pregiudizi. E, soprattutto, l'elettore può confondere quello che ha fatto il magistrato con ciò che, invece, deve fare un politico. Commistioni pericolose che andrebbero evitate. Basti pensare a come i problemi giudiziari abbiano influenzato l'operato di de Magistris, il sindaco di Napoli. Urge una legge, se parla da anni. Forse è arrivato il momento di porre qualche paletto.