Si fanno troppi dibattiti su giornalisti e informazione. In questo modo si corre il rischio di perdere di vista il vero nocciolo della questione. Cosa chiede il lettore a un onesto cronista? Raccontare un fatto in modo corretto. In fondo non è difficile.
Si affronta una questione dopo averla studiata e poi si ascoltano le opinioni, spesso divergenti, delle persone coinvolte. Il tutto diventerà un articolo scritto in un decente e comprensibile italiano in modo che il lettore possa farsi una opinione scevra da pregiudizi.
Sembra una cosa facilissima, ma non lo è. Il giornalista spesso è tronfio, arriva sul fatto con un'idea precostituita e cerca solo comodi avalli per affrontare censure e ancora più penose autocensure. Qui c'è veramente poco da dibattere. Il vero giornalista deve essere schiavo dei fatti, accettare anche la flagellazione intellettuale e morale pur di difenderli. Non esiste una crisi dell'informazione in quanto tale. Assistiamo, più che altro, all'imbarbarimento di una professione nobile, antica e non semplice.
Il giorno in cui torneremo a raccontare i fatti tenendoli, possibilmente, separati dalle opinioni assisteremo a una crescita. E la gente non penserà, anche se spesso accade in modo pretestuoso, che siamo solo dei corrotti ingolositi dalla pagnotta a buone mercato.