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Ultimo aggiornamento il 18/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

È di ieri l’adesione del movimento Le Agende Rosse, ispirato da Salvatore Borsellino. Si unisce a una dozzina di associazioni ambientaliste e di legalità (Wwf, Vas, Italia Nostra, Associazione Caponnetto, Sorrento Bene Comune, Conta Anche Tu, La Grande Onda, solo per citarne alcune) promotrici di quella che a memoria è la prima manifestazione anti-camorra di piazza nella storia della Costiera sorrentina, che si svolgerà tra questa mattina e oggi pomeriggio in piazza Tasso, a Sorrento (con il vicino teatro Tasso a disposizione in caso di maltempo). “Contro la camorra e la violenza”, si legge nel documento trasmesso alla Polizia per le autorizzazioni di rito.

Una parola tabù, camorra, per un territorio che credeva di vivere in una bolla immune alla criminalità organizzata del Napoletano e che si è ridestato da questo sogno dopo la brutale aggressione all’attivista Wwf Claudio D’Esposito. A lui è intestata la solidarietà della manifestazione: l’esponente del Panda è stato picchiato a sangue fino a svenire da un imprenditore edile residente a Sant’Agnello, pregiudicato a quattro anni e mezzo di carcere (tre trascorsi in penitenziari tra Umbria e Abruzzo) per illecita concorrenza aggravata dal metodo camorristico, per i suoi rapporti con un clan dei Monti Lattari.

Il movente dell’aggressione, avvenuta domenica 26 marzo in un condominio di Sant’Agnello, risiederebbe nelle denunce del Wwf a firma di D’Esposito contro numerose speculazioni edili tra Sorrento e Sant’Agnello, e in particolare contro la realizzazione di un parcheggio al posto di un agrumeto in vico III Rota a Sorrento. Un progetto presentato dall’impresa edile dell’aggressore, prima che la magistratura di Torre Annunziata sequestrasse le opere e desse il via a un processo conclusosi con diverse condanne.

D’Esposito ha una costola rotta e numerosi lividi, e non ha ancora formalizzato una querela, lo farà a breve. Ma come ha rivelato in anteprima ilfattoquotidiano.it, il procuratore capo di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, ha comunque aperto un’inchiesta dopo aver ricevuto un’informativa dei carabinieri di Sorrento. Il rapporto dei militari, i primi a intervenire sul posto dopo una telefonata al 112, avrebbe sottolineato alcune circostanze aggravanti, e in particolare le minacce che avrebbero ricevuto alcuni testimoni accorsi dopo le grida della vittima e gli addetti dell’ambulanza che ha soccorso D’Esposito.