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Ultimo aggiornamento il 18/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

La Salute, nel Pnrr vale per l’8,16%. Ne prendiamo atto, anche se qualcosa non ci è chiara. Quando si deve proporre un finanziamento o comunque una soluzione a un problema, la prima fase è quella di osservare, delineare e quantizzarne l’entità, per poi richiedere adeguati interventi, tenendo conto delle risorse disponibili. Siamo sicuri che i tecnici che hanno coadiuvato gli estensori del Pnrr abbiano seguito queste regole.

La pandemia ha mostrato tutte le crepe che, molto prima e a lungo, avevamo cercato di porre all’attenzione. Veniamo da decenni nei quali il rientro delle spese sanitarie sono state fatte unicamente con due interventi. Da un lato caricare le aziende farmaceutiche di una percentuale del debito, dall’altro, tagliare i budget alle aziende ospedaliere. Nessun piano specifico. Unico obbiettivo il risparmio, non la salute con utilizzo di risorse appropriate. Più si tagliavano i servizi, più i manager venivano premiati. Tutto ciò mentre gli edifici diventavano fatiscenti, gli strumenti diagnostici obsoleti e i sanitari decimati. Nell’ottimo sito www.italiadomani.gov.it vengono riportati tutti gli investimenti proposti con il finanziamento che proviene dal Pnrr e gli obbiettivi.

Sulla pagina dedicata alla Salute si legge: “Un efficace miglioramento del Sistema Sanitario Nazionale per rendere
le strutture più moderne, digitali
e inclusive, garantire equità di accesso alle cure, rafforzare la prevenzione e i servizi sul territorio promuovendo la ricerca.” Questo si realizzerà con 15 miliardi e 63 milioni di euro. Sarà possibile? Il piano prevede la realizzazione di 400 ospedali di comunità per degenze di breve durata, adeguamento antisismico delle strutture, 5 centri di ricerca e sviluppo e 1 infrastruttura strategica per le pandemie, 1350 case di comunità per rafforzare l’assistenza domiciliare, presa in carico del 10% degli over 65 con malattie croniche (metà degli over 65 ha almeno una patologia cronica), 602 Centrali Operative Territoriali, servizi di telemedicina. Cercare di immaginare come saranno coordinate e interconnesse queste nuove strutture sanitarie è un rebus.
Il tempo giudicherà.

Direttore microbiologia clinica e virologia del “Sacco” di Milano