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Ultimo aggiornamento il 28/03/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Più fondi per le assunzioni e sblocco dei tetti di spesa, per recuperare i 70mila posti persi negli ultimi anni tra blocchi del turnover e spending review ed essere pronti a centrare le sfide del Recovery. Il governo e l’Anci hanno siglato venerdì un’intesa per superare alcune delle criticità segnalate dai sindaci direttamente al premier Mario Draghi durante l’assemblea di novembre. E ora esecutivo e maggioranza tradurranno questo accordo in un pacchetto di emendamenti al decreto Recovery, al vaglio della Camera. Al tavolo per chiudere l’intesa a Palazzo Chigi il presidente dei sindaci, Antonio Decaro, i ministri Renato Brunetta, Daniele Franco, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e il sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli, oltre ai relatori del provvedimento, Roberto Pella (Fi) e Gian Pietro Dal Moro (Pd), che la prossima settimana presenteranno le proposte ai deputati della commissione Bilancio. Il decreto scade a inizio gennaio ma l’idea è quella di chiudere l’esame nei due rami del Parlamento entro la pausa natalizia, anche per dare certezze agli enti locali, chiamati a gestire circa un terzo delle risorse del Piano. Il governo “risponde al grido di dolore dei sindaci” con una soluzione “rapida e risolutiva” che consentirà di recuperare “in cinque anni i 70.000 posti di lavoro persi dal 2010 negli enti locali e di rafforzare la capacità progettuale di Comuni, Città metropolitane e Province”, commenta il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. “Si volta pagina” rispetto all’epoca “dei tagli, dei tetti e dei vincoli” e si andrà verso una “doverosa iniezione di risorse e competenze”. L’intesa, infatti, oltre a superare il tetto della spesa del 2009 per le assunzioni, prevede anche la creazione di un fondo ad hoc di 30 milioni per consentire anche ai piccoli Comuni di dotarsi delle figure necessarie a realizzare i progetti del Pnrr mentre altri 67 milioni andranno ai sindaci del Sud per i contratti ad esperti e professionisti.

Contratti che in gran parte saranno a termine, 5 anni come la durata del piano, ma metteranno i nuovi assunti su una corsia preferenziale per la stabilizzazione. Intanto al bando per il reclutamento dei 1000 esperti per le Regioni avrebbero già risposto – attraverso il nuovo portale – in oltre 30mila. Scade lunedì e le assunzioni dovrebbero essere tutte realizzate entro la fine dell’anno. La task force dei 1.000, prevista dal Pnrr e disciplinata nel decreto legge n. 80/2021, avrà il compito di sostenere le amministrazioni territoriali nelle attività di semplificazione, nel recupero dell’arretrato e nel miglioramento dei tempi effettivi di conclusione delle procedure. “Le Regioni hanno già inviato i fabbisogni al Dipartimento della Funzione pubblica, che provvederà ora a fornire loro un coerente elenco di professionisti ed esperti, selezionati attraverso inPA in base al curriculum e alla zona di attività”, ha spiegato il ministro. “Ingegneri, architetti, biologi, chimici, fisici, esperti giuridici, digitali e gestionali, informatici, statistici, agronomi, geologi, geometri sono tra coloro che formeranno le squadre di ‘pronto intervento Pnrr’ per eliminare i colli di bottiglia sui territori, supportare le amministrazioni locali nella gestione delle procedure complesse, dagli appalti alle autorizzazioni ambientali, e accelerare l’attuazione dei progetti e degli investimenti”.