C'è una cosa che colpisce di questa specie di campagna elettorale in vista delle elezioni per il nuovo sindaco di Nocera. C'è la certezza della ricandidatura di Manlio Torquato. Saranno i cittadini a giudicare il suo operato. Le perplessità riguardano altre cose. Quando si legge dei potenziali avversari ti accorgi che i nomi sono gli stessi di dieci, a volte anche venti anni fa.
Facendo una valutazione squisitamente politica è un tantino malinconico leggere ancora dei vari Schiavo, Milite, D'Acunzi, Salzano, Esposito (Emiddio), Arena e via discorrendo. Sono tutti vecchi e indirettamente rappresentano la testimonianza di due cose: il disimpegno totale dei giovani sempre più lontani dalla politica e, cosa più grave, l'ennesima delega in bianco che la borghesia concederà a qualcuno. Una scusa buona per evitare di scendere in campo direttamente, impegnandosi in prima persona.
Non è una novità, è già successo. La conseguenza di tutto di questo è l'impossibilità che in città si affermi una nuova classe dirigente, colta e illuminata, che metta i propri saperi al servizio della collettività. Le elezioni, indipendentemente da chi vincerà, segneranno l'ennesima occasione persa. E, a quel punto, non basterà un po' di movida a rilanciare veramente Nocera.
Carlo Meoli